Lofoten, il luogo dei sogni

Da Patrickc

Spiagge caraibiche, montagne aguzze e il senso di essere sul confine di un mondo: Lofoten, meravigliose isole a nord del circolo polare artico

Lofoten, siamo sopra al circolo polare artico eh…
Foto di Jerzy Durczak
creative commons attribution non commercial (da Flickr)

Se c’è un luogo del cuore, a cui ripenso quando immagino un lungo viaggio, tanto da confondersi con l’idea stessa di viaggio, sono le isole Lofoten, nel nord della Norvegia. La prima volta ci arrivai dopo un lungo tragitto via terra, con un gruppo di amici. Eravamo partiti da Bologna con un biglietto Interrail e nessuna idea di cosa ci aspettasse. Solo Matteo, uno del gruppo, forse il più esperto, aveva visto qualche foto, sentito qualche racconto. L’unica cosa che avevamo in mente era che saremmo arrivati fino a lì. Non Capo Nord, dove andavano in tanti, ma alle Lofoten, un gruppo di isolette aggrappate alla costa norvegese al di sopra del circolo polare artico.

Dopo giorni di treni, diurni e notturni, di notti passate anche all’addiaccio fra un treno e l’altro e migliaia e migliaia di chilometri percorsi prendemmo finalmente il traghetto per quelle isole. Partimmo da una grigia città norvegese, deserta, un po’ triste e  schiacciata sotto nuvole basse (Bodo).  Il traghetto era in ritardo di ore, ed ero molto stanco. Non vedevo un letto da dieci giorni. Ma il mio stato d’animo un po’ dubbioso cambiò rapidamente quando, durante il viaggio vedemmo spuntare da una nebbia sottile cime aguzze, frastagliate che si stagliavano contro il cielo di un interminabile tramonto artico.

…un interminabile tramonto artico
(foto di Patrick Colgan, 2001)

Arrivammo a notte fonda, dopo le 24. Era agosto e le giornate cominciavano ad accorciarsi dopo i soli di mezzanotte di luglio. Arrivammo che la volta celeste sopra di noi era divisa a metà fra un vago chiarore a ovest e una notte stellata. Sembrava di essere al confine della terra, al confine di un mondo, fra realtà e sogno. Piantammo le tende in un prato alla fine delle ultime case di un vecchio borgo di pescatori con il nome di una sola lettera, Å. Sentivamo il rumore del mare, ma non vedevamo nulla. La mattina quando uscii dalla tenda, non credevo ai miei occhi.

Foto di Henrik Johansson (da Flickr)
creative commons attribution – non commercial

Le Lofoten, uno sguardo d’insieme

Siamo ora molto vicini alla costa norvegese… a sessantotto gradi di latitudine, nella grande provincia di Nordland, nel desolato distretto di Lofoden [...] Mente umana non poteva concepire un panorama così desolato. A destra e a sinistra, a perdita d’occhio, sorgevano, come fossero i contrafforti del mondo, schiere di scogli aguzzi e neri, il cui aspetto tenebroso era ancor più evidenziato dalla schiuma che con la cresta bianca e spettrale gli si avventava senza posa contro, ululando e gemendo. (Edgar Allan Poe, Una discesa nel Maelstrom, 1841)

Poe non è mai stato alle Lofoten, ma la descrizione è precisa, efficace, e coglie parte dello spirito del luogo anche se lo veste di tinte troppo cupe. Però è vero, la parte sud delle Lofoten si affaccia proprio sul famoso Maelstrom, il Moskstraumen. E’ un luogo certo magico e ricco di fascino, emozionante ma decisamente più tranquillo di quanto si possa pensare. Perché le Lofoten sono un arcipelago nel nord della Norvegia, ben al di sopra del circolo polare artico, ma come ricorda Barry Lopez, in Sogni artici citando proprio questo esempio, in realtà quella linea immaginaria significa poco: non c’è una definizione comune di artico. Le isole sono lambite dalla corrente del Golfo che rendono il clima eccezionalmente mite per queste latitudini.  Secondo Wikipedia la temperatura minima registrata nel 2009 è stata di -13.1 °C, il 7 febbraio, mentre la massima di 26.6 °C il 3 agosto. A Bologna l’ultimo inverno è stato più freddo, mentre con 26-27 gradi si può anche stare in spiaggia. E le spiagge ci sono.

La caratteristica inconfondibile di queste isole sono le alte montagne dai profili aguzzi, anche di mille metri, che si gettano a precipizio nel mare, memoria di antichi ghiacciai che hanno tagliato, scavato e levigato la roccia. Ma il paesaggio è fatto anche di acque cristalline, spiagge di sabbia bianchissima, piccoli borghi di case rosse aggrappate a stretti lembi di terra.

La storia delle isole è molto lunga. La capitale Svolvaer è la città più antica dell’artico (sono stati trovati reperti vichinghi), ma sempre secondo wikipedia sono state trovati anche reperti risalenti al 3.000 a.c. .

Reine (foto di Patrick Colgan, 2003)

In queste isole meravigliose sono stato due volte, nel 2001 (con amici) e nel 2003 (con la mia ragazza di allora). Manco da dieci anni, ma tutte le informazioni sono state verificate sul web o da viaggiatori che hanno avuto esperienze più recenti. Poche delle mie foto dell’epoca rendono giustizia al luogo, quindi ho scelto soprattutto foto condivise su Flickr con licenza creative commons.

Perché andare alle Lofoten

Qui si va per sentirsi sul bordo del mondo e provare un po’ di vertigine. Ma soprattutto per vedere paesaggi unici. Montagne dalle forme quasi irreali, spiagge polari bianchissime, fiordi, piccoli paesi. Se il trekking non è sempre facilissimo, almeno nella parte sud che conosco di più (sentieri segnati non troppo bene, torbiere in cui si affonda al ginocchio, passaggi esposti, pioggia e vento… ), le isole si possono scoprire facilmente con la bicicletta (si può noleggiare sul posto), sfruttando anche le giornate, lunghissime d’estate. Alle 24 c’è luce come alle cinque del pomeriggio. Però serve un po’ di allenamento  i saliscendi sono infatti impegnativi e non sembre le bici noleggiate sono di gran qualità. Ma qui si viene anche per fare whale watching (da Andenes), per vedere un sole di mezzanotte indimenticabile (dalla costa ovest) e per vedere le aurore boreali, d’inverno. E infine per fare bird watching.

La lista di attività possibili elencate su Visit norway è comunque lunga e include anche pesca, rafting, kayakgolf (che da queste parti è un’attività popolare, non esclusiva) e per gustare lo stoccafisso! I ristoranti però sono abbastanza cari…

I miei posti preferiti alle Lofoten

Breve elenco, assolutamente non esaustivo (anche perché sulle isolette di Rost e Vaeroy non sono stato). Il posto migliore dove arrivare è Å-i-Lofoten, minuscolo villaggio all’estremità meridionale dell’isola di Moskenesøy. Se arrivate in traghetto da Bodø arrivate proprio a Moskenes e da qui sono un paio di chilometri. E’ questa, stretta fra Å a sud e Ramberg a nord, a mio giudizio la parte più bella, selvaggia, affascinante delle isole che verso nord assumono un profilo più dolce e urbanizzato (vicinoa centri come Svolvaer o Leknes). In realtà Å non è un vero villaggio ma un villaggio-museo con le antiche case dei pescatori perfettamente conservate e case delle vacanze di alcuni norvegesi. L’ostello locale Å Vandrerhjem è uno dei più belli che abbia mai visto. E’ distribuito in alcune vecchie case di pescatori in legno (le tipiche rorbu) disseminate nel paesino. Alcune hanno 150 anni. Quando lo visitai i prezzi erano onesti, la pulizia e il comfort perfetti. In paese c’è anche un museo dello stoccafisso, gloria locale (esportato anche in Italia).

Reine-i-Lofoten foto di Melenama (da Flickr)
(creative commons – attribution non commercial)

Pochi chilometri a nord c’è Reine. In genere di Reine si ricorda che in una classifica stilata una ventina di anni fa era stato votato il paese più bello di Norvegia. Come scriveva la mia vecchia guida Routard, la classifica era assurda (i paesi belli sono troppi, da quella parti) ma il giudizio  ben comprensibile. Il fiordo, che a volte assume color verde smeraldo, è di una bellezza toccante. Qui è d’obbligo fare un giro in barca (va bene anche la piccola barca-traghetto che fa il giro del fiordo). E magari farsi lasciare dall’altra parte dello specchio d’acqua. Dieci anni fa da Vinstad si poteva fare un piccolo tratto (quaranta minuti circa) a piedi per raggiungere una incredibile spiaggia deserta, stretta fra due impressionanti lame di roccia che si affaccia a ovest sul mare del nord, vicino ad alcune case di pescatori abbandonate.  E’ Bunes, un luogo solitario e davvero incredibile. Qui si può piantare la tenda e perdersi a guardare il sole di mezzanotte che in luglio scorre sull’orizzonte, senza mai toccare il mare. E’ anche uno dei pochi posti dai quali si può vedere questo spettacolo, visto che la maggior parte dei centri abitati è rivolto verso est, con le montagne (anche di mille metri) alle spalle.

Bunes, foto fi Cedric Nicaise (da Flickr)
(creative commons – attribution non commercial)

Altro posto incredibile è Ramberg paese senza forma, ma indimenticabile per la sua spiaggia di sabbia bianchissima e acqua cristallina (quella in testa al post). Sembra un pezzo di Sardegna o Caraibi trapiantato all’estremo nord. I più arditi - fra i quali ci sono sempre gli australiani – fanno il bagno anche se l’acqua è davvero freddissima. Da qui partono interessanti giri in bicicletta. I saliscendi sono frequenti e impegnativi, ma i paesaggi toccano livelli sublimi.

E poi ci sono Nusfjord, Henningsvaer…

Naturalmente c’è anche l’inverno
foto di Mike D. Green (da Flickr)
creative commons – attribution non commercial

Ma l’aurora boreale si può vedere anche a inizio settembre!
foto di Robert Voors, da Flickr (scattata l’1/9/2006)
creative commons-attribution non commercial

Poco interessante invece il capoluogo dell’area, Svolvaer. Un tempo si andava anche a Stamsund per il bell’ostello, il suo gestore Roar e l’atmsofera unica che si creava fra giovani viaggiatori. Ci sono andato, ma sinceramente non so se è ancora così (scrivetemelo!).

Dove dormire (low cost)

Gli ostelli che ho citato sono eccezionali ma per chi vuole spendere qualcosa di più (la Norvegia è cara, fate attenzione) c’è la possibilità di affittare una rorbu (casa da pescatore in legno), per esempio da Reine rorbuer. Parliamo di 160 euro a notte in questo caso. Una soluzione ottimale è il campeggio, specie per i più avventurosi. In Norvegia il campeggio libero è permesso – a 150-200 metri dall’ultima casa - e sia vicino ad Å (un tempo c’era un grande prato libero a sud del paese, su un promontorio) che negli altri paesi ci sono punti ideali per piantare una tenda liberamente. Per non parlare della spiaggia di Bunes (dove la tenda è l’unica opzione). Sono frequenti i campeggi attrezzati. Certo può capitare che piova e alcuni non amano campeggiare con la pioggia.

Inoltre se ti serve il buio assoluto quando dormi ti consiglio di portare una mascherina di quelle da aereo (lo suggeriva giustamente sempre la Routard). Servirà non solo in campeggio, ma anche negli ostelli che spesso sono senza scuri o vere tende. E col sole di mezzanotte la luce non manca. Un altro problema è quello delle zanzare, particolarmente insistenti (come in tutto il grande nord).

Come arrivare

Mappa delle due isole meridionali da Lofoten.info
Nel riquadro vedete anche dove sono esattamente le isole

Arrivare alle Lofoten richiede un po’ di tempo e determinazione. Ma ne vale la pena e ci sono varie opzioni.

Treno. Io sono arrivato due volte in Interrail, anche se la strada è molto lunga. La ferrovia termina a Bodø poi si prende il traghetto (poco più di quattro ore di viaggio). A Bodø ci si arriva sui binari da Trondheim con un lungo viaggio di una decina di ore. La soluzione ideale se si sceglie il treno è prendere il notturno da Oslo per Trondheim e il giorno dopo da Trondheim – che si vede una giornata - per Bodø. Ma i paesaggi sono talmente belli che se c’è il tempo questi treni andrebbero presi di giorno (la seconda tratta, ricordano le ferrovie norvegesi, è stata inclusa da Lonely Planet fra le più belle del mondo, qui l’articolo). Non so come siano però i treni ora, ma a giudicare dai commenti su blog e tripadvisor sono ancora ottimi.

Firstly if you do this journey during the summer you needn’t miss anything – the sun will hardly set. Secondly Norwegian trains are very pleasant places to hang out for a while, and a berth on a night train is an excellent deal in a country where bargains aren’t always obvious Lonely Planet

Aereo. Ci sono voli giornalieri da Oslo per Bodo. Facendo oggi una prova per luglio 2013 (siamo a metà aprile) il costo non è elevato: 154 euro per un’andata e ritorno. Volendo si può anche volare da Bodo per Leknes e altre destinazioni nelle Lofoten.

Auto. Ho visto molti camperisti e molti campeggiatori automuniti arrivare alle Lofoten dall’Europa. Non so se sia il modo migliore, anche se c’è tantissima gente che in macchina arriva a Capo Nord (che è ad almeno otto ore di distanza). Ci sono lunghissime, infinite, strade dritte da percorrere a velocità relativamente basse per via delle leggi norvegesi, con frequenti controlli tipo autovelox nonostante si percorrano lande deserte. Da Bodo poi si prende un grande traghetto e si sbarca sulle isole (a nord invece c’è un ponte che collega le Lofoten con la terraferma). Le isole sono ben collegate, fra di loro da un sistema di tunnel e ponti.

Nave. La nave dovrai prenderla comunque perché anche arrivando in treno a Bodo si deve prendere il traghetto. Ma si può arrivare anche col famoso postale dei fiordi, l’hurtigruten (un tempo faceva anche il passaggio ponte, fra l’altro), che ferma a Bodø (terraferma), Stamsund e Svolvaer (500 corone per passeggeri con auto). C’è un servizio di nave veloce (170 corone a persona, circa 15 euro, niente auto) anche da Svolvaer per Narvik, a nord di Bodø (da lì però si deve prendere il bus, il treno non c’è). Qui le soluzioni ben spiegate.

Come spostarsi. All’interno delle isole ci si può spostare con l’auto a noleggio o con i bus.

Link utili

Lofoten su visit norway

Tante informazioni su lofoten.info

Vacanze fai da te: Lofoten (molto completo)


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