Lo Spazio Bianco ha deciso di pubblicare questo articolo/recensione di Serena Ferraiolo apparso sul N.188 del mensile Paneacqua (appunti di idee progressiste) sia per la bellezza pura e tagliente del pezzo, sia per dare la possibilità a chi non era riuscito a leggerlo, di recuperare un articolo che parla della forza artistica che il fumetto può esprimere e della speranza che un solo uomo può lasciare dopo la sua morte con le sue idee il suo lavoro e la sua coerenza.
Lo sceneggiatore Luca Scornaienchi, durante la presentazione romana del libro, ha raccontato parte del suo lavoro, la parte più difficile: trasformare in immagini e suggestioni una storia complessa, tragica e reale, rendendo al meglio i messaggi che il personaggio ha portato con sè nella sua storia, messaggi di umiltà, di passione per la cultura e di onestà. D’altro canto anche l’illustratrice Monica Catalano ha raccontato le difficoltà concrete incontrate una volta ricevuta la sceneggiatura: la raffigurazione dei caratteri. Sembra che il rispetto per la persona di Lollo, per la sua storia e la sua onestà abbia inibito entrambi gli autori e li abbia spinti nella direzione immateriale, onirica, che ha reso perfettamente le sinergie e le sensazioni che la vita di Lollo Cartisano, e il coraggio di tutta la sua famiglia, hanno trasmesso al resto del Paese e a tutti quelli che sono venuti a contatto con questa vicenda.
Sono proprio i mancati lineamenti dei personaggi, l’indefinibilita di Bovalino che diventa luogo familiare per tutti, il topos fiabesco del ventre della balena e l’antropomorfizzazione dei personaggi a raggiungere l’obbiettivo e colpire il lettore.Senza dimenticare che la storia di Lollo Cartisano è stata la storia di molti uomini e di molte famiglie calabresi, ma che la famiglia Cartisano ha creduto così fermamente nei principi di onestà e correttezza da non tacere neanche un attimo e ad arrivare a fondare, dopo numerose mobilitazioni, il comitato “Bovalino libera”, a scrivere lettere accorate ai sequestratori e a ricevere, dopo sedici anni, finalmente una risposta.
Nel romanzo si sente quella forza, quell’energia vitale di chi ha l’occhio critico per fotografare la realtà in tutti i suoi dettagli e riuscire comunque a non perdere il gusto per le cose belle, i paesaggi, gli scenari che mozzano il fiato. Ed è questa quell’emozione che si sente venire fuori pagina dopo pagina, quell’emozione che ci fa gonfiare gli occhi, quell’emozione che non ci intristisce ma ci da una spinta in più: la speranza.
La speranza che tutto ciò sia solo un ricordo, che il potere “illegale” non attecchisca più, che la Calabria (ma anche molte altre regioni d’Italia) non abbia perso la voglia di dare un senso alle cose, alla vita. “Resto appesa alla speranza. Sperando che questa volta sia lei a morire prima di te. Certe volte guardo fuori dalla finestra … Tic toc fa l’orologio, mentre il tempo scorre ancora e il silenzio mi fa il cuore. Mi chiedo dove sono le tue mani. Dimmi, cosa guardano i tuoi occhi grandi? Mi basterebbe un alito di vento e una carezza del tuo sorriso per vivere ancora”.
Abbiamo parlato di:
Lollò Cartisano: L’ultima foto alla ‘Ndragheta
Luca Scornaienchi, Monica Catalano
Round Robin Editrice, 2011
pag 116, brossurato, bianco e nero – 15€
ISBN: 9788895731247
* la foto dove appaiono i due autori è opera di Serena Mastroserio (da sinistra Monica Catalano, Luca scornaieschi , Celeste Costantino)