Lombardia, in Consiglio regionale dibattito sulla lotta al terrorismo: “Maggiori risorse per la sicurezza”

Creato il 25 novembre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

E’ stato approvato con 37 voti a favore e 30 contrari l’ordine del giorno sull’ “emergenza terrorismo” presentato da tutti i capigruppo di maggioranza, dopo un lungo dibattito che ha impegnato il Consiglio regionale per l’intera mattinata sul tema del contrasto ad ogni forma di violenza e terrorismo. Respinti altri due ordini del giorno presentati rispettivamente da PD e Patto Civico e dal Movimento 5 Stelle.

(LaPresse/Gian Mattia D’Alberto)

Lombardia, in Consiglio regionale dibattito sulla lotta al terrorismo: approvato ordine del giorno della maggioranza. Il documento, di cui è primo firmatario il capogruppo di Forza Italia Claudio Pedrazzini, invita il Governo italiano a stanziare maggiori risorse nel settore della sicurezza, in particolare per le forze dell’ordine e per le strutture di intelligence; a intensificare controlli sistematici e coordinati alle frontiere, non solo quelle dei Paesi dell’Unione ma anche lungo i confini marittimi extra-ue; a prevedere l’utilizzo dei militari dell’Esercito nelle città, a controllo dei luoghi ritenuti maggiormente a rischio di attentati e per il presidio del territorio nelle aree a maggior tasso di immigrazione; a rafforzare efficaci controlli e interventi nei centri di preghiera islamici, in particolare dove vi sono fondati timori di proselitismo e predicazione dell’odio religioso e sociale. Al Governo nazionale viene chiesto anche di firmare il protocollo “Lombardia per la Sicurezza” che prevede la possibilità di utilizzo da parte delle Polizie Locali dello SDI (il Sistema d’Indagine) e a ribadire i valori identitari della nostra società.

All’interno del provvedimento approvato c’è infine un ultimo punto che chiede di introdurre celermente una nuova normativa nazionale che prenda spunto dalla legge regionale n.2 del 2015 (la cosiddetta legge antimoschee) e che autorizzi i luoghi di culto solo a condizione che se ne conosca il richiedente, che vengano edificati in luoghi non lesivi della tradizione religiosa italiana e che sia garantita la massima trasparenza delle attività in essa praticate, con l’obbligo di utilizzare la lingua italiana “così da evitare il rischio di dare luogo a pericolosi indottrinamenti ideologici”.

E’ in particolare quest’ultimo aspetto ad essere stato oggetto di critiche da parte degli esponenti di PD e Patto Civico, giudicandolo un elemento discriminante “che si richiama a una legge urbanistica sbagliata già impugnata dal Governo nazionale e che parte dal pregiudizio secondo cui in ogni luogo di culto islamico si propaganda il sostegno al terrorismo”. Da qui il voto contrario di PD e Patto Civico e la decisione di votare un diverso ordine del giorno di cui sono stati primi firmatari i capigruppo Enrico Brambilla e Lucia Castellano: questo ordine del giorno è stato respinto con 27 voti contrari, 21 a favore e 16 astenuti. Il Movimento 5 Stelle ha a sua volta presentato un proprio ordine del giorno (primo firmatario il capogruppo Dario Violi) nel quale si chiedeva tra l’altro il ritiro immediato delle truppe italiane dall’Afghanistan e una moratoria sulla vendita di armi ai Paesi coinvolti in conflitti armati: anche questo documento è stato bocciato con 57 voti contrari, 8 favorevoli e 2 astensioni.


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