Londra Cagliari sola andata

Creato il 12 settembre 2011 da Subarralliccu @subarralliccu

Egregio Sancio Governatore d’Isole,

Karim ha uno squasso di domino divelti nel cavo orale, un Karakorum rugginoso sul quale traversa la lingua come una buriana inzuppata. Mentre risaliamo l’utero di Londra verso Stansted sento il suo schioccare cammello accentarsi sullo sferragliare del trabiccolo. Szampettiamo come un canide spelacchiato fra le luci dei lampioni, leccando muri, annusando le tolette nelle finestre accese e gustando con cameratismo le gole tabaccose dei camionisti tatuati. Esistono dei principi, Sancio,  quando ci si illude che questa umida puttana sia andata finalmente a dormire. Siamo amanti sfiniti che carezzano con brama impossibile la pelle ancora ossigenata della nostra donna, planata come piuma dai cieli del piacere all’erba rorida del sogno.

 Almeno cosi’ penso, io che me la sto dando a gambe per l’ennesima volta, e lascio sto bordello a chi arriva, a chi ha ancora stomaco per la digestione di sto cataplasma d’illusioni. Un momento perfetto per essere artisti, Sancio, le partenze. Tutte fandonie. Un fagiolo decente produce sulla tavola del cesso, mentre guarda il ragu’ addensarsi nel suo sague venoso, mentre sbava sulle caviglie sottili di una giovenca al galoppo. E comunque non potrei mica vagheggiare, che ho fatto l’erroraccio di spunzecchiare Karim, 48 anni, Bangladesh, 5 marmocchi ed un taxi, sulla politica americana.

Quando da noi c’e’ un problema a casa, diciamo, fra due fratelli, prima si discute e si cerca di far la pace. Poi se questo non e’ possibile allora si chiama una persona anziana, da fuori, per chiedere consiglio. Sti stronzi invece arrivano e bombardano gli stati che fanno loro comodo, con  sta fregnaccia della democrazia, uccidono donne e bambini innocenti e poi presentano il conto. Che ti credi che sia diverso in Libia? Sta a vedere adesso che succede col NTC. Tutte cazzate. Loro ed i mezzi di informazione. Si fottano BBC e CNN. Conosci “Press TV?”, l’emittente iraniana?. Si?! Bene allora sai che in Barhein per esempio gli spaccano il culo a sti poveracci che la democrazia la vogliono davvero. Ma siccome ci sono i sauditi allora Obama e la Clinton se ne fottono ed in galera ci infilano pure i medici che curavano i feriti, gli stronzi. Ma mica nessuno ne parla. Quando Bush chiese il permesso per le basi, nel 2001, il governo nostro era pronto a farsi fottere. Per fortuna l’opposizione minaccio’ di far cascare tutto e allora se ne andarono in Pakistan, quel paese di farabutti. Visto che e’ successo dopo l’uccisione di Bin Laden? Eh, mica tanto amici come prima…

 Nonostante sia a Londra da 28 anni Karim ha un inglese raccrapicciante. I suoni alveolari gli rimangono appiccicati alla patina di tartaro. Stento a decifrare. Ma ha ragione, ad incazzarsi. Ed io penso che la decadenza dell’ultimo impero della storia sia proprio qui, fra le fauci sbavettanti di questo tassista ridente, che dorme poco la notte per sfamare la cucciolata e s’informa non col cervello, ma con la bile. Reale o no il declino e’ sulla bocca delle masse, e si sparge come radiazione sui gesti, e i giornali, ed i voti, e le politiche e le guerre e le rivoluzioni. Comunque lascio la mancia e carico la mia baracca di burattini sul carrello, addentrandomi fra gli specchi di Stansted, dove frotte di giovani europei sonnecchiano sparsi sul pavimento, becchi spremuti come lattine di birra dopo una festa. Sono le 3 e la ragazza lo sa, come non farmi dormire.

Il ceck-in apre alle 4.05. Io sono fra i primi, insieme ad una famigliola di amici sardi incontrati per caso. Tornano per laccarsi di sole, loro. Io per slavarmi di grigio. Ho un bell’ambardan come con me. Bagaglio a mano dove ho infilato tutte le tecnologie. Il sacco da viaggio, fidata bisaccia di vagabondaggi. Un saccone da quattro soldi vendutomi per il trasloco da una calda pargoletta polacca, a Stratford. La chitarra. Ho pagato per tre bagagli da stiva ed un eccesso di 9kg. 29 kg in tutto. Ma li ho pesati a scrocca la’ sui nastri addormentati della British Airways. In tutto fanno 40 kg. Ecco perche’ guardo con ansia la fighetta che posa il suo culo profumato sul sellino. Braccia candide e glabre, capelli neri raccolti a crocchia, filamenti delicati che si sciolgono sulla nuca. Occhi morbidi dietro gli occhiali da segretaria. Poco trucco e, occhio e croce, una seconda soffice e capezzoli rosei larghi e gommosi, d’aspirazione piccolo borghese. Una terza, forse. Il mio tipo. Pericolosissima per le mie tasche.

Lei e’ sopra il numero di chili pagato di 11 kg.

Gia’…senti…ehm…ho per caso incontrato sto gruppo di amici qua. Le bimbette non hanno mica bagaglio da stiva. Che mi dici se piuttosto di pagare i chili in eccesso sborso per aggiungere ad una di loro una borsa da stiva? Costerebbe 25 cicche piuttosto che…100…no?!”

La smorfiosa mi guarda. Cerca d’essere gentile ma, sento la pressione crescere dietro la precisione burocratica delle parole.

Ok, devo chiedere al mio manager. Solo un attimo.

Se la squaglia. Ho una speranza. La folla dietro mormora e i papini con i mocciosi al collo cominciano a scoccare occhiate da australopiteco infoiato.

Si, guardi…mi dispiace…ma il manager dice che per ragioni di sicurezza non e’ possibile attribuire bagagli ad altri passeggeri.

Tesoro mio, dentro st’affare ci stanno solo i maglioncini da bravo ragazzo italiano che mi compra la mamma. Qual’e’ il pericolo? L’ammorbidente alla scorza di limone?…Su…e poi…guarda…facciamo che tu non lo sai e che gli amici miei si presentano con una valigia da aggiungere….

Affilo gli occhi, spalanco il sorriso e le sparo una posa che paro Connery nei tempi d’oro. Te lo faccio sussultare quel clitoride ammuffito, segnorita….

Sarebbe una buona idea. Ma purtroppo lei mi ha gia’ comunicato che la borsa le appartiene. Preferisce pagare con la carta o in contanti?

Cagna. Tiro fuori la carta che le banane le ho prelevate tutte dal conto ma non si sa mai magari riesco ad andare sotto e me la pago cosi’ la fuga di mezzanotte.

Mi spiace ma la transazione non appare possibile. Puo’ accomodarsi due sportelli piu’ in la’, dove il mio collega sara’ lieto di aiutarla. Dopo aver pagato la prego di venire dritto da me per ritirare il passaporto e la carta d’imbarco.

Sgualdrina. Mi faccio largo fra i signoroni inglesi e le loro zaffate di crema nutriente e mi paro davanti all’impiegato. Doppiomento rasatissimo, incisivi convergenti e riporto. Un pederasta, al meno.

Centodieci sterline, sir.

Mi sfoglio il cuore a pezzi da 20.

Senta, posso lasciare un attimo qua il carico? Vado, piglio carta e passaporto e ritorno. Sa, meglio non attraversare di nuovo di traverso le file…eh?!

Mi spiace, ma se lascia il bagaglio incustodito verra’ rapidamente sequestrato dalla sicurezza.

Ecco. Hanno schiacciato il bottone. Che, Sancio, tu lo sai, che io sono uno di quegli anarchici mesti, gentili, nnammurati, ma che se mi pestano gli zebedei divento una frigida isterica. Ok, il pederasta lo mollo la’ senza dirgli nulla, coi bagagli.  Ma vado a passo d’oca verso la segretaria. Sta servendo due babbucce inglesi tutte scagazzate per il week end ad Alicante. Non mi piace perdere, specialmente con le pupe.

 Ok dammi il passaporto. Veloce.

Sto servendo dei clienti la prego di aspettare.

Dammi quel sanguinosissimo passaporto dolcecuore. Ho i bagagli a fare in culo e nessun tempo da perdere.

Le ho detto che verra’ servito solo quando avro’ terminato con le signore.

Lei e’ inetta ed ottusa. La vostra compagnia una stalla per il gregge che produce un servizio di merda.

 La bimba si scolla dalla sedia e parte verso il suo manager, spiagnucolandosela. Io guardo i mammut inglesi che se aprono bocca tiro fuori l’accento da guappo di Brooklyn alla Joe Pesci in Goodfella e ci punto il mandolino sulle tempie, alle zoccole. Mica dicono nulla.

Arriva il manager, una canna di bambu’ afflosciata da trentanni di sigarette, presidentessa del club della tombola domenicale nel suo verdeggiante buco di merda dell’Essex.

Come la posso aiutare, sir?”

“Come mi puo’ aiutare…ascolta signora bella…l’amica sua la’ mi ha detto di andare a pagare l’eccesso, e di tornare immediatamente da lei. Ho pagato per carita’ di Cristo. E l’altro tizio la’, il dormiente, mi ha detto che non posso abbandonare i miei bagagli. Ora, io non ho dei bagagli. Ho una stramaledetto camion di spazzatura. Non posso attraversare di nuovo le file, sara’ d’accordo….basta solo che la signorina mi dia rapidamente i documenti. Ho i bagagli che mi aspettano e l’aereo che parte fra non molto. Non mi faccia perdere tempo anche lei.”

“Ma non c’e’ problema sir…vada pure a prendere le sue valige e si metta in coda. Verra’ servito nonappena la mia collega avra’ terminato con le signore.”

“A che che bellezza! Il buon senso inglese! Fantastico! Ragionevolissimo! Siete proprio una compagnia di macachi! Vuole che mi metta in fila…no problem…”

“Per favore sir, si tranquillizzi”.

 Si, si, come no. Riacciuffo la baracca, viro, e punto lo sportello dove le bagascie mi attendono. Sono una fockin’ spaccaghiacci russa nucleare. Do una spinta di braccia al carrello e prendo velocita’. Mo mi rimetto in coda, ci puoi contare baby. Passo senza pieta’ su tutto cio’ che incontro: storpi in carrozzella, passeggini, donne vecchi bambini borse, tavole da surf imballate, addetti alle pulizie, commessi inservienti coppiette sbaciucchianti scanso tutto sono una prua indiavolata che doma le acque procellose.

 “Ehi! Che maniere! Che maleducato! Pazzo! Sconsiderato! Idiota!”, mi dicono dietro. Andate tutti a fare nel culo. Eccomi al mio posto. Guardo Bonny e Clide con livore.

“Grazie, sir.”, fa la manager.

“Grazie a te, mamma.”

Viene il mio turno.

Puo’ imbarcarsi a partire dalle 5.15 presso l’uscita 13. Porti la sua carta con se. Faccia buon viaggio.”, fa la smorfiosa segretaria.

“Fuck off slut”, mormoro a fior di labbra. Ho perso il mio tocco alla Connery. Meglio alzare i tacchi.

 Poi siccome il sacco da vagabondo ha le cinghie svolazzanti ci si deve impilare in un’altra fila dove un sanguinosissimo ciccione di pelo bisunto recita indefesso le stesse due frasi da duemila anni e avanti il prossimo e per favore la carta d’imbarco e poggi sul nastro il suo bagaglio e attenda un attimo verifichiamo grazie mille bye bye bye. Mica simpatico. Un sicofante burbero che ti fa sentire in colpa per la mole o la stravaganza delle tue bisacce. Manco fosse un affare personale. Un’altra mezzorettina di ruminanza collettiva. Mica finita qui. Ora viene il bello: Al-Qaeda ha lasciato il segno, almeno negli aeroporti.


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