Lontano da lei, separarsi senza mai perdersi

Creato il 13 luglio 2014 da Nicola933
di Federica De Felice - 13 luglio 2014

Titolo: Away from her
Genere: Drammatico
Regia: Sarah Polley
Cast: Julie Christie, Gordon Pinsent, Olympia Dukakis
Anno: 2006
110 min.

Tratto dal racconto The Bear came over the mountain del premio Nobel per la letteratura, Alice Munro.

Di Federica De Felice. Fiona e Grant Anderson sono sposati da più di quarant’anni. E’ generalmente noto che in ogni matrimonio la passione degli inizi e della gioventù, esposta all’incedere ineluttabile dei giorni, subisca un affievolimento e risulti pertanto diminuita o perlomeno lentamente trasformata, come la pietra dal costante cadere di una goccia d’acqua.
Ma Grant e Fiona sono stati fortunati: la loro passione è stata rinsaldata dal tempo ed, ancora viva e percepibile, trae nuovo vigore dall’avanzare degli anni, che li ha condotti ormai alle porte dell’età matura, in una sostanziale armonia, che sembra destinata a durare in eterno.
Se il tempo è stato misericordioso verso il loro amore, i due scoprono pian piano quanto esso possa dimostrarsi impietoso e inflessibile nei confronti della natura umana. Il ripetersi sempre più frequente di episodi di perdita di memoria da parte di Fiona, che dapprima suscitano ilarità, poi sconcerto e preoccupazione nella coppia, che si decide a indagare scoprendo che la donna è malata di Alzhaimer.
Grant e Fiona devono affrontare la decisione più difficile di tutte, e lo fanno con dignitosa sofferenza, senza melodrammi o isterismi: Fiona accetta volontariamente di trasferirsi in una casa di cura per anziani affetti da malattie psichiche degenerative, dimostrando coraggio e determinazione, ben consapevole del progredire sempre più accelerato della sua malattia.
A Grant tocca il sacrificio più grande: lui che non si è mai separato dalla moglie (“Non ho mai desiderato stare lontano da lei: era così piena di vita“) spera fino alla fine di dissuaderla, aggrappandosi ai sempre è più rari momenti di ripresa della moglie. Dopo un mese di forzata lontananza, come previsto dalla politica dell’istituto per consentire ai nuovi pazienti di adattarsi alla nuova vita, Grant va a trovare Fiona, e nota il suo forte attaccamento verso un altro paziente, Aubrey, muto e paralitico. Grant la osserva riservare all’uomo cure amorevoli, mentre nei suoi confronti Fiona mostra indifferenza e freddezza. Lo riconosce a stento e Grant arriva al punto di pensare che sua moglie lo stia volontariamente punendo per il tradimento con una sua studentessa, avvenuto tanti anni prima.
La paura più grande è che Fiona lo abbia dimenticato per sempre. Ma l’Amore è veramente tale quando arriva a morire a se stesso, quando abbraccia l’abnegazione per il bene dell’altro. Grant realizza che la felicità e l’equilibro di Fiona sono legate al tempo e alle cure che la donna spende per il suo amico. Si reca dalla moglie di Aubrey e le chiede apertamente di riportare il marito a Meadow Lake, accettando in cambio di provvedere a lei economicamente e affettivamente.
Nella scena conclusiva del film, Grant e Fiona, soli, si ritrovano in un momento di rinnovata intimità, in cui la donna, non sappiamo se lucidamente o meno, gli dichiara: “Sono felice di vederti. Potevi andartene via, senza mai neanche voltarti e abbandonarmi“. “No, questo mai“, risponde Grant, che finalmente comprende la profonda verità celata nelle parole che gli erano state rivolte un giorno da Betty, l’infermiera dell’istituto:  “Niente e nessuno può portarvi via quello che avete vissuto, che avete sperimentato insieme. E anche se sembra che sparisca, in realtà resta, resta per sempre”.

★★★1/2


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