Una serie targata HBO con protagonista un gruppo di giovani che si crogiola in problemi lavorativi e amorosi sullo sfondo di una grande città vissuta nei suoi piccoli luoghi.
Parliamo di Girls, per caso?
No, il canale via cavo statunitense decide di vedere anche l'altro lato del cielo, quello maschile e più nello specifico quello omosessuale, alzando il tiro dell'età (non più ventenni post college che non sanno che direzione prendere) verso quei trentenni e più che ancora non hanno trovato la stabilità.
I protagonisti di Looking sono così nella fattispecie Patrick, insicuro e alla sfrenata ricerca di un vero amore ma anche di tante esperienze, Dom 40enne con il sogno di un ristorante da aprire e tante avventure occasionali collezionate e Augustìn, artista in fase di blocco, innamorato ma sperimentale con il suo compagno Frank.
Insieme e in 8 episodi della breve durata di 25 minuti, cercano di dare un affresco della loro vita complicata, a cui vorrebbero dare una svolta vuoi incontrando ben due uomini di cui potersi innamorare, vuoi tentando finalmente la sorte, vuoi rischiando e scadendo nella bassezza con uomini a pagamento.
Il tutto al sole di una San Francisco vista con occhi non turistici, attraverso locali alla moda, una fotografia chiara e granulare e canzoni underground che rendono il tutto molto hipster.
Come per Girls, però, il vero problema della serie sono proprio i suoi protagonisti. I difetti di ognuno non vengono risparmiati, anzi, vengono di volta in volta sottolineati a farne da una parte dei personaggi credibili e soprattutto reali, dall'altra persone difficilmente digeribili e sopportabili. Le insicurezze di Patrick, che finiscono per ferire chi gli sta attorno, le pretenziosità di Augustìn che non lo rendono certo più artista, sono gli spigoli con cui ci si scontra.
Ma se Lena Dunham ha dalla sua una scrittura fresca e giovanile che rende facile, nonostante tutto, empatizzare con le ragazze, qui forse solo in Looking for the future (1x05) questo riesce possibile, e vuoi per la brevità del tutto, o vuoi proprio per un approfondimento più maschile che lascia fuori la componente rosa (qui presente solo nella poco sviluppata Doris), la serie non crea quell'aurea magica e quella leggerezza sperata, finendo troppo in fretta e troppo in fretta dimenticata.
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