La trama (con parole mie): nel 2074 i viaggi nel tempo verranno considerati fuorilegge, e le organizzazioni criminali non avranno più modo di sfruttarli per i loro traffici. Unica loro possibilità sarà quella di eliminare chi deve essere eliminato tramite un contatto tornato indietro al 2044 a capo di un gruppo di sicari chiamati Loopers, che si occupano di fare fuori i malcapitati che la mala del futuro spedisce loro per direttissima già incappucciati ed immobilizzati, nonchè carichi dell'argento che funge da pagamento per la commissione.A volte può capitare che un Looper chiuda il suo stesso cerchio uccidendo il suo io del futuro, ed in quel caso ha diritto ad una sostanziosa liquidazione che gli permetta di vivere i suoi ultimi trent'anni nell'agio più estremo.Quando Joe viene messo ko dalla sua versione anziana giunta nel presente per vendicare la moglie uccisa dagli uomini di un nuovo, potentissimo boss che pare pronto a chiudere i cerchi di tutti i Loopers, si ritrova alle costole l'organizzazione che ormai lo ha bollato come traditore e scopre di dover fermare la sua versione matura che pare intenzionata ad uccidere quello stesso boss ancora bambino.
I viaggi nel tempo sono senza dubbio una delle realtà cinematografiche che mi ha affascinato di più fin dai tempi dell'infanzia, quando strabuzzavo gli occhi di fronte alle meraviglie di gioiellini come Ritorno al futuro o Terminator, costruiti interamente sul concetto non soltanto dello spostamento temporale, ma anche e soprattutto sull'idea di cambiare il passato per poter di conseguenza modificare il futuro.Con riferimenti di questo tipo di fronte, non dev'essere stato affatto facile per un regista cimentarsi in un genere decisamente ostico, che rischia di confondere il pubblico e diventare un castello di carte destinato, in un modo o nell'altro, a crollare inesorabilmente: Rian Johnson, giovane cineasta e sceneggiatore fino a questo momento praticamente sconosciuto - la cosa più importante che porta la sua firma è l'interessante episodio della terza stagione di Breaking bad tutto incentrato su una mosca - raccoglie la sfida e la gestisce decisamente bene, tanto da confezionare un lavoro che non sarà memorabile ma che rappresenta un più che discreto nuovo elemento per un ambito della sci-fi che la storia recente della settima arte pareva avere colpevolmente abbandonato.Fatta eccezione di un paio di sbavature nello script, qualche minuto di troppo rispetto alla durata e per il trucco pessimo di Gordon-Levitt che non ho capito se applicato per indurirne i lineamenti o se per renderlo più credibile come versione giovane di Bruce Willis, il resto funziona e si lascia guardare in scioltezza, alternando momenti in cui è l'azione a farla da padrona - la sparatoria in pieno stile Die hard che vede il vecchio Joe contrapposto ad Abe ed i suoi pistoleri - ad altri decisamente più votati all'introspezione - tutta la parte ambientata nella fattoria e legata al rapporto tra il giovane Joe, la combattiva Sara ed il piccolo Cid -, a mio parere i migliori della pellicola.Il doppio cammino narrativo, inoltre, permette ai protagonisti - ovvero le due versioni del Looper in fuga - di mantenere su differenti piani anche l'evolversi della vicenda, lasciando al vecchio Joe la parte più "terrena" della vicenda e a quello giovane i sentimenti ed i riferimenti all'eredità di un altro cult degli anni ottanta, quell'Akira nato dalle pagine del Capolavoro a fumetti di Otomo e divenuto poi film d'animazione ed oggetto di culto per i fan della generazione di Rian Johnson - e della mia, a dirla tutta -.Il crescendo finale, tutto incentrato sui poteri del piccolo Cid, porta alla mente proprio l'appena citata opera nipponica, e sfodera il meglio sia per quanto riguarda gli effetti ed il tocco - splendida la carrellata laterale sulla fattoria sventrata dall'esplosione di rabbia telecinetica del bambino - che rispetto ai contenuti, tornando ad affrontare il cardine ed il senso dei viaggi nel tempo: cosa comporta la possibilità di tornare indietro per poter cambiare la Storia? E dove porta?E' davvero possibile pensare che esista un futuro migliore, e che la via per trovarlo sia proprio quella percorsa? E' l'azione a giustificare i mezzi, o il contrario?Ha più senso il desiderio di vendetta del vecchio Joe, che ha visto portarsi via la donna che l'aveva salvato, l'amore della sua vita, il significato del suo Tempo, oppure il futuro di un bambino dai poteri quasi divini, in grado di poter essere puro Bene o altrettanto terrificante Male?L'amore cui rinuncia una persona ormai giunta all'ultima parte della sua vita o quello di una madre, che potrebbe cambiare il corso di un'esistenza ancora al principio?Con queste carte si ritrova a dover fare i conti Joe, quello del presente, che non avrà più la vita che avrebbe avuto, e potrebbe pensare di costruirne una nuova da zero: una scelta che è tra il passato che è il suo futuro, ed il futuro che segnerebbe la fine di tutto quello che poteva essere, che è stato e non ha ancora vissuto.Pare quasi di assistere al dilemma di una generazione posta di fronte a se stessa e alla successiva.Quasi come se il giovane Joe fosse il padre del suo io futuro: sia esso un bambino, o un uomo che potrebbe essere suo padre, ma che altri non è se non lui stesso.Voi cosa fareste, al suo posto? Quale grilletto dovrà essere premuto? E da quale Joe?I viaggi nel tempo sono roba tosta.E con tutti i limiti del caso, Rian Johnson pare averlo capito davvero bene.
MrFord
"So take the photographs, and still frames in your mind hang it on a shelf in good health and good timetattoos of memories and dead skin on trialfor what it's worth it was worth all the while.
It's something unpredictable, but in the end is right.
I hope you had the time of your life."Greenday - "Good riddance (Time of your life)" -