Looper

Creato il 28 agosto 2013 da Nehovistecose

(Looper)

Regia di Rian Johnson

con Joseph Gordon-Levitt (Joe), Bruce Willis (Joe da vecchio), Emily Blunt (Sara), Jeff Daniels (Abe), Paul Dano (Seth), Noah Segan (Kid Blue), Piper Perabo (Suzie), Pierce Gagnon (Cid), Summer Qing (moglie di Joe da vecchio), Tracie Thomas (Beatrix), Frank Brennan (Seth da vecchio), Garret Dillahunt (Jesse), Nick Gomez (Dale).

PAESE: USA 2012
GENERE: Fantascienza
DURATA: 118’

2044. Il giovane Joe è un looper, assassino su commissione che uccide persone spedite indietro nel tempo dal futuro: la criminalità organizzata ha capito che è il modo migliore per sbarazzarsi degli indesiderati. Quando dal futuro arriva lui stesso invecchiato, le cose cominciano a complicarsi…

Terzo lungometraggio del 39enne statunitense Johnson, anche sceneggiatore. Un mirabolante action movie fantascientifico che arriva come una boccata d’aria pulita nel desolante panorama dei blockbuster hollywoodiani di sci fi. La trovata di base è già di per se geniale (e originale, visto che non è tratto da nessun racconto), ma geniali sono anche gli sviluppi narrativi. La prima parte è la migliore, la seconda un po’ lenta, il finale una vera bomba.  Imprevedibile, emozionante, scioccante, orchestrato su una violenza iperbolica stemperata da una massiccia dose d’ironia. Certo, lo schema di base è quello di Ritorno al futuro, ma gli ingredienti sono tutti nuovi, e non c’è un solo espediente abusato. E se come sceneggiatore Johnson si prende un bel dieci, come regista gli va riconosciuto almeno un otto: il suo stile non è originalissimo, ma ha il merito di tenersi lontano dai canoni più triti dell’action movie  e di sperimentare coraggiosamente nuove soluzioni formali (l’incastro di flashback e flashforward è assai riuscito). Come Nolan, Johnson riesce a coniugare spettacolo di massa e filosofia, riflessioni filosofiche (sul tempo e sulle scelte) e  intrattenimento. È uno dei pochi film che immaginano un futuro prossimo tristemente simile al nostro presente ma assolutamente “plausibile”. Azzeccata ed originale l’ambientazione (si svolge quasi tutto in una fattoria della Louisiana, immersa in sterminati campi di grano), suggestivo l’uso della musica (si apre e si chiude con due pezzi blues), belli i personaggi e fascinosa la fotografia (Steve Yedlin). Gordon-Levitt si conferma uno degli attori più bravi della sua generazione, anche se i chili di cerone per farlo assomigliare a Bruce Willis – il se stesso da vecchio – lo rendono un po’ ridicolo. Ma, a parte questo, è davvero un ottimo film.



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