Lords of salem

Creato il 22 aprile 2013 da Drkino

Mancano pochi giorni all'uscita dell'ultimo film di Rob Zombie (24 aprile), il regista del cult La casa del diavolo, colui eletto a nuovo paladino dell'horror di qualità. Tutti, proprio tutti sembra che fremano per vedere se quelle immagini inquietanti intraviste nel trailer siano davvero così inquietanti…

Noi della clinica abbiamo avuto l'onore di vederlo in anteprima grazie all'evento di chiusura del XV Future Film Festival di Bologna. Non immaginatevi tappeti rossi e champagne. Abbiamo sudato, faticato, aspettato, litigato, menato, abbiamo pure superato qualcuno in fila, ma alla fine abbiamo guadagnato il nostro posto in poltrona, personalmente in prima fila – wow che c***.

Lords of Salem, inutilmente tradotto con Le streghe di Salem – (mi chiedo il serial Sabrina – Una vita da strega a cosa serva se non a insegnare tutto sulle streghe) – è sicuramente un film complesso, che alla prima visione lascia disorientati. Un disorientamento dettato dalla rottura degli schemi attraverso un neoclassicismo visivo. Gli schemi, invece, sono quelli della tendenza horror del momento, in cui il gore e gli zombie la fanno da padrona. La grana di questo film è grezza, a metà tra datato e d'autore, e dona già uno strato interessante a film. La storia si apre esattamente al tempo del processo di Salem e poi ci riporta nella nostra epoca dove troviamo la protagonista, Sheri Moon. Più che altro ritroviamo il suo armonioso fondoschiena, ormai marchio di fabbrica Zombie, che non può mancare nelle sue opere cinematografiche. Heidi è una dj radiofonica, solitaria e con un passato fatto di debolezze. Un giorno nella stazione radiofonica in cui lavora giunge una scatola di legno conntenente un vinile, il pacco è indirizzato ad Heidi e i mittenti sono i “Signori”. La musica del disco è inquietante, ma diventa ben presto una hit; quel suono però porta Heidi in luoghi oscuri fatti di tremendi flashback e visioni che la trascinano verso un triste destino.

Lords of Salem, lo ribadisco, è di sicuro un film complesso. Diffidate da chi alla prima visione lancerà ungiudizio netto e insindacabile, che sia positivo o negativo, perché questo farmaco va assunto in più dosi. Questo film va elaborato. La cosa certa è che le immagini del film di Zombie restano negli occhi, insieme a quell'inquietudine nello stomaco che porta a ripensare alla storia e alle sue scene. Rob Zombie ritorna in tutti i sensi alle origini con un make-up artigianale, visibilmente retrò, e con una storia “classic way” di streghe. Anche il modo di raccontare ha un sapore vintage, a cavallo tra realtà e surrealtà, attraversata dalla bellezza di Venus in furs dei Velvet Underground fino allo strisciante leit motiv del film scritta da Jhon Five, uno sguardo volto all'indietro che fa ritrovare quella vibrante angoscia che solo i film di un tempo hanno saputo lasciare. Inoltre, Zombie si muove lungo tutto il campo dell'inquadratura, polarizzando a volte, arricchendo in altre, affermandosi come sapiente organizzatore degli spazi. Nonostante alcuni passaggi restino ancora delle incognite, lo spessore del film conferma il fatto che ci si trova dinanzi a qualcosa di grande. Una grandezza che non scade nella banalità, grazie al personalissimo tocco che il regista si permette di aggiungere nel delirio finale, in cui si ritrova un po' dell'universo Lynchiano e molto dello stile Rob Zombie. Forse il gap sta tra la storia, fluida e lineare, e l'universo simbolico rappresentato: il libero arbitrio, la società e gli schemi inquadrati sui quali si fonda. 

E' solo un film di streghe o dietro c'è di più. Ecco la grandezza, pensare e ripensare … In entrambi i casi Le streghe di Salem merita di essere visto, se non altro per la costruzione dell'immagine di alta qualità.

Questo film è consigliato a chi ha totale assuefazione al cinema standardizzato e cerca il segno dell'autore: aspiratelo e aprite la vostra mente.

ALLUCINATORIO

Dr. Dakota Block

Regia: Rob Zombie – Cast: Sheri Moon, Bruce Davison, Jeff Daniel; Anno: 2012 – USA – UK – CANADA


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