Lords of Salem (recensione)

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

Anni, mesi, settimane, giorni, non so per quanto tempo ci hanno fatto vedere l’immagine della moglie di zombie con il cerone sulla faccia, il trucco da teschio o che diamine doveva rappresentare e il simbolo arcano stampigliato in fronte. L’hype era cresciuto così tanto ormai, che lo si riteneva già capolavoro. Visto i precedenti, io ne dubitavo, ma speravo finalmente di apprezzare un film di Zombie, questo nuovo Messia dell’horror, per cui si tessono lodi, definendolo genio musicale e cinematografico.

Locandina

Partiamo dal presupposto che i White Zombie già non mi piacevano, La Casa dei 1000 Corpi mi è bastata la prima visione, La Casa del Diavolo è durato 15 minuti e poi ho spento e Halloween non esiste. Però io ci tengo a far pace con la gente, come l’ho fatta con King per dire. Non parto mai prevenuto e se in fondo posso esserlo, se c’è spazio faccio dietrofront e ammetto che mi ero sbagliato.
Ora, con tutte le più buone intenzioni parto a vedere ‘sto film e ci sto, subito ci sto, ci credo. La storia è servita su un piatto d’argento, essendo ambientato a Salem. Ci sono le streghe incazzose che lanciano una maledizione, okay? Facile. Arriva un disco in radio dalla tizia protagonista, e parte l’omaggione a Morte a 33 Giri, con la faccenda che il disco è bello robusto e solido. Però quando lo mettono su, a parte che la musica è disturbante, le donne ne sono colpite in modo particolare. E va bene, ci sta, carina come idea. Si prosegue e iniziano i problemi.

L’omino di pongo?

Quali sono i problemi? La regia si va a perdere con le idee di Zombie. Ogni volta che accade qualcosa di risolutivo, di forte, quando arriva un segnale, quando sprizza il sangue è… un sogno. La tizia si sveglia ed era solo un incubo. Passa la prima, passa la seconda, dopo un po’ quasi hai rotto le palle. E su queste basi, sul lasciarsi prendere la mano con la scusa del film come veicolo d’arte, di giustificare tutta questa visionarietà buttata lì che dovremmo inginocchiarci e dire che Zombie è un genio?
Mah, in altri casi si potrebbe obiettare che il film va capito. Okay, ho capito gli intenti, quello che vuol dire Zombie, gli omaggi a Polanski, Fulci e Argento, tutto quello che vi pare, ma il film è tedioso in modo assoluto. Voglio vedere un film horror non una galleria di simboli da capire, comprendere, riconoscere. Voglio vedere un film. E se dovrei stupirmi davanti alla Luna di Georges Méliès con doppia citazione carpiata al mondo dei diavoli sul satellite e al Moonchild di Crowley, beh, non è che mi scappano tutti ‘sti applausi, eh?

Uhm…

In conclusione, venite pure a dirmi che Zombie va capito, vi ripeterò che il mio problema non è capire il film o Zombie, che non ci vuole nemmeno ‘sto genio, ma scoprire di chi è parente…
Anche se come al solito so che arriverà gente a cercare “Le Streghe di Salem significato” o “Lords of Salem spiegazione”


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