[...] Angiolo Bertuccelli uomo d'onore e di rispetto, dovette imbracarsi nella compagnia dei trascurati e confinarsi sul mare con Abbriccafame, un uomo dal grugno nero e aggufito, con Mangiasanti, biastimatore dal naso a petonciana che sagratava, notte e dì, santi e madonne, bandito dal paese perché trovò l'eresia nel Dio Padre. Dovette far combutta con Occhialetto, che aveva sul viso un bulicame di pustole, con dagli occhi a falco tra un bugnone di spine, con , uno che l'aveva affogato nel vino, con Naso a Peperone, che aveva una bocca a sbadiglio di ciuco con otto o dieci pelettacci di baffi radi come setole di porco e due occhi, simili a castagne scoppiate dal cardo, con , uno che aveva mangiato una cambiale, con e , due pianigiani scaltritisi là da Marsiglia che facevano i ciechi davanti al Santissimo, con tutta una genìa di gente battezzata col salnitro che avrebbe mangiato vitam aeternam e avrebbero corso dietro ad Amen, ai quali un boccale di vino a bevuta era la medesima che tuffare un calcio di giunco nella botte e dirgli: - To', bevi.
[...]
( Lorenzo Viani, tratto da "Angiò, uomo d'acqua", 1928 ) Tag: Angiò, Toscana, Tuscany, Viani Lorenzo, Viareggio. Aggiungi il permalink ai segnalibri.