Lorenzo Viani, Il Ponte del diavolo

Creato il 23 maggio 2013 da Paolorossi

Il Ponte del diavolo

   Un tempo il diavolo doveva essere sempre attento verso quella parte dove si tentava un’impresa ardita, e, confessiamolo, là dove dicono abbia messo le mani lui gli edifici sono veramente superbi. Il diavolo, birbo, malizioso, sottile, l’architettore d’ogni nequizia, il gran vermo, nel 1101, quando la contessa Matilde per agevolare ai numerosi infermi di Lombardia il passaggio del Serchio onde essi potessero beneficiare delle salubri acque dei Bagni di Lucca volle costruito l’arditissimo ponte della Maddalena, fece un ricatto dell’architetto.
– Io ti do il mio aiuto, ma tu mi darai in guiderdone la prima anima che valichi il ponte.
L’architetto, San Giuliano, sitato il ferrigno della demonia sotto il tabarro del vagabondo, rispose: – E la prima anima avrai.

Per alzare il quarto arco, il più superbo, sudarono tutti come diavoli, ma, benchè in giù ci vadano anche i ciocchi, San Giuliano tenne in sott’ordine lo strano aiutante perchè l’«amico» è sottile e fila grosso e giunto al vertice avrebbe potuto dire: – Or fate da voi.
Murata la centina dell’ultimo archetto, San Giuliano di fondo al ponte aizzò un cane e poi gli tirò una stiacciata in vetta; il cane corse dietro e agguantò la stiacciata: il diavolo che stava di sotto a veder chi passava il primo subito gli dà addosso e quando trovò che era un cane, invece di un cristiano, lo prese, lo scaraventò con tanta rabbia in terra che sfondò e passò di sotto. Per questa leggenda il popolo ha sconsacrato il Ponte della Maddalena dicendogli il Ponte del Diavolo. Questo ponte di pietre rampa coi suoi piloni a sperone sul greto del Serchio, nei giorni di piena l’ossatura ciclopica frange con grande fragore l’acque che precipitano sonanti dall’alpe: gigantesca scardazza ferrigna fissata alle due sponde. Nei giorni di secca il grande arco si raddoppia nel cristallo delle acque stagnanti ed apre un rosone vetrato di smeraldo e di cielo.

Lorenzo Viani, Il Ponte del diavolo da Il nano e la statua nera