Era un giorno di ottobre.
Viareggio – La spiaggia in ottobre
Quando sul mare c’è il trapasso delle stagioni, la vita e le cose si trasfigurano dal giorno alla notte e al cielo limpido di settembre si sovrappone un cielo più vasto di un celeste torbo; le isole, che erano ieri pietre di cobalto, incupiscono, le loro sfaccettature che nel sole variavano in tenui luci policrome, si annientano nell’uniformità di un tono uguale; il mare incurva l’arco sterminato dell’orizzonte, non più palpitante di ondate di smeraldo e si aduggia, invece, nella pigrizia lene di un lago.
Le fiumare, che scorrevano occultate dalle pagliole gialle, fiatano un alito bianco che sulla duna disegna il sinuoso anelito al mare; le groppe dei monti si incurvano verso il piano, i paesi inerpicati sullo schienale della grande Pania sbiancano; da ponente comincia il passaggio delle arzavole e delle germanelle che danno alle cose e agli uomini, con il loro zampognare, un vago presentimento di morte.
Sono i giorni in cui il cuore del viandante raccoglie le vele all’antenna, abbandona la barra del timone e gli par di essere già nel grande mare ove si va senza governo.
( Lorenzo Viani, tratto da “Il figlio del pastore”, 1929 )