Lorenzo Viani, Pisa – Ponte di Mezzo

Da Paolorossi

Pisa – Ponte di Mezzo

Una venticinquina di anni fa ho studiato psicologia sulle storiche spallette del Ponte di Pisa. Le lezioni le impartiva Ruffo Moggia, laureatosi, diceva lui, alla Sapienza della vita, – i pisani chiamano sapienza l’Università, – lezioni sperimentali, fatte d’acute osservazioni: penetranti e taglienti, direttamente dal vero. Sulle spallette medesime, levigate da un secolare sfregamento d’indumenti, avevano stazionato, ai tempi dei tempi, il Giusti e il Leopardi, il Carmignani e il Carrara, e seguiteranno a stazionarvi tutti gli studenti, che sono e che saranno, a cui piace alternare la severità della cattedra con la meravigliosa curva dell’Arno soleggiato che dal Ponte di Mezzo s’incurva fino alle Cascine reali.

Dirimpetto a noi c’era la statua di Garibaldi con i bassorilievi raffiguranti l’Eroe quando, per il corso dell’Arno, dal mare raggiunse Pisa per rimettersi, nel clima tepente, delle ferite d’Aspromonte.

Pisa – Statua di Garibaldi

A destra lo storico caffè dell’Ussero – ora in parte trasformato in cinematografo – a sinistra un libraio antiquario e moderno di Montereggio d’Apua: molti libri di psicologia sono stati stivati negli scaffali trivellati dalle tarme e sotto un velo di ragnatele.

Ad un amico, studente anch’egli di psicologia sperimentale sulle spallette dell’Arno, il quale aveva permutato i libri di testo con carta monetata, senza avere prudentemente scancellato dal frontespizio

il proprio nome, accadde che durante le agognate vacanze si vide recapitare un ben confezionato pacco di libri; egli lo aprì e con gran meraviglia, e sua maggior vergogna, rivide i libri commerciati con su scritto nervosamente: «Di questi libri, rinvenuti tra le anticaglie di un rigattiere, te ne fa omaggio tuo padre».

(Lorenzo Viani, Il nano e la statua nera – Sperperatori e consumatori d’ossigeno -  Vallecchi, 1943)

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