Los Amantes del Círculo Polar - Gli amanti del circolo polare

Creato il 08 aprile 2011 da Robydick
1998, Julio Medem.
Ana e Otto, 2 palindromi che si amano sin dall'infanzia, sono i protagonisti principali in termini di persone. Il vero protagonista è però l'Amore, che per quanto incentrato sulla coppia è più da intendersi come una sorta di Grande Legge che abbraccia l'intero universo. Solo chi riesce a cavalcare questa legge può poi appropriarsi delle circolarità del tempo, delle apparenti casualità che sembrano più causalità, che come Ana comprenderà bene, sono delle Coincidenze forse inspiegabili ma fin prevedibili nell'accadere.
L'argomento quindi se vogliamo è semplice. Assolutamente atipica invece è la relazione tra Ana e Otto, che pare cominciare prima e finire dopo la durata delle loro stesse vite. E' una favola? Certamente lo è, ma talmente calata in realtà quotidiane "normali" da far sembrare anche l'inspiegabile come plausibile anche perché qua non si parla di miracoli ultraterreni ma di legami terreni e lo si fa con un tale gusto ed eleganza da restare a bocca aperta.
Trama da esplorarsi in proprio non sto a narrarla più di tanto. Film bellissimo e coraggioso, perché quando si toccano gli aspetti di confine tra il razionale/materialista e l'irrazionale/idealista non ci sono vie di mezzo: o vengono fuori porcherie retoriche o capolavori d'ingegno. Siamo fortunatamente nel secondo caso a mio parere, posto nel mio personale Olimpo.
Consigliato dall'amica Petrolio (al secolo Milena, ma solo per chi è capace di "raffinarla"), della quale pubblico il contributo:

I film per quanto siano opere di finzione saranno sempre la mia fonte di ispirazione più grande, giacimento a cui attingere quando la sfiducia e la stanchezza portano a perdere passione e tenacia. Forti e surreali, perduti nel mistero e tristemente rigirati nelle ferite dei popoli del mondo, quelli cerco, quelli desidero, quelli ricordo… li preferisco, perché mi sollevino o mi scaraventino potentemente anche più in basso, devo avvertire il dolore, devo gioire e commuovermi, devo pulsare e innamorarmi, odiare e vagare fino a che giunga a ricongiungermi e a ritrovare quel filo che lega due menti, due vite, due morti, due rinascite. Due o più. Un'esperienza al di là di ogni immaginazione: rileggere e riscrivere la storia, girarla attorno a sé e spontaneamente lanciarsi in quei paesaggi da fiaba, freddi ma incandescenti, nella luce persistente, quasi eterna, che rende tutto così oscuro, impercettibile e irregolare ai nostri occhi, alla nostra conoscenza, alle nostre leggi. Il resto è poesia, che consulti e che ami, tutte le volte che puoi, enunci a gran voce o sussurri tra te e te, che non vorresti mai riassumere, mai commentare, mai intitolare: la lasci aperta in apertura e in finale, aspettando che un'altra circostanza intervenga lievemente a rimescolare, riprendere, rinarrare… In tutto il film si esalta la forza dell'amore contro l'opposizione degli eventi e l'aridità del mondo, diretta con semplicità e maestria, misura e dinamismo, pause e meravigliose sequenze ad indugiare sulla bellezza della natura incastrata e integrata con l'uomo, i se fosse stato, e i perché, con punto di domanda, non è potuto accadere, in quegli occhi, non la risposta, ma un significato e il senso dell'esistenza: intensamente vivere. Per quanto gli altri siano forse imitazioni, o inutili ripetizioni, questo è quello a cui son più legata, forse per i luoghi per me motivo di attrazione. Lui, il regista, volontario o inconsapevole, registra il suo proverbiale respiro circolare: il nome un destino, un destino i suoi film.

Qualche frame:










Un video consigliato da Milena con la splendida o.s.t.:
http://www.youtube.com/watch?v=1hZAHUA2erk

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