LOST, Miti e Simboli dell’Isola della Serie Televisiva

Creato il 25 febbraio 2011 da Giovannipelosini

Il Mito di Lost

Chi ha visto la serie televisiva LOST e le peripezie dei 48 sopravvissuti a un incidente aereo, dispersi e dimenticati su un’isola disabitata, ha certamente apprezzato gli innumerevoli riferimenti simbolici e mitologici, ma forse non ha colto tutte le corrispondenze con gli archetipi, e perfino con i Tarocchi che si trovano nell’interessante libro Il mito di Lost, un viaggio tra la simbologia dell’isola (Seneca Edizioni, 2010).

Per comprendere meglio i concetti di dualismo, di archetipi junghiani e di Karma presenti nella popolare serie tv, ho intervistato Francesca Piombo, l’autrice del saggio, che si firma “Melusina”. Francesca Piombo è una raffinata studiosa di astrologia umanistica, collaboratrice della rivista Albatros e di alcuni siti specializzati.

Intervista a Francesca Piombo

di Giovanni Pelosini

1) Perché hai sentito il desiderio di scrivere un libro su LOST e qual è il filo conduttore del tuo libro? La tua ricerca mitologica e simbologica riesce a trovare un elemento riunificatore per arrivare ad una tesi conclusiva?

Sono stata sempre attratta dalla mitologia classica ed i lunghi studi di astrologia umanistica mi hanno formato al simbolo. Fin dalla visione della prima serie di LOST, ho sentito che dietro lo svolgimento di una storia apparentemente banale, come poteva esserlo un disastro aereo, la vicenda veniva condotta in un clima fortemente simbolico, dove regnava innanzitutto il concetto di dualità, non solo nel contrasto tra quello che ci veniva presentato sulla scena drammatica dopo uno schianto aereo e l’incantevole visione di un’isola incontaminata ed affascinante, ma anche nella disamina degli stati d’animo dei dispersi, combattuti tra moti di speranza e disperazione, di gioia e dolore, di coraggio e paura, al punto da rievocare quasi subito in me la filosofia della “ricomposizione degli opposti” di Carl Gustav Jung ed i suoi Archetipi dell’inconscio collettivo.

Per me, LOST è stato subito l’esatta metafora di un viaggio non più solo geografico, ma interiore, per raggiungere un nuovo equilibrio, un giusto mezzo a cui tendere, un percorso della coscienza che aspira alla riunificazione con l’inconscio: è questo il motivo di fondo che ha guidato e motivato il mio libro su LOST.

2) Dal punto di vista simbologico e mitologico cosa c’è di particolare e di originale in Lost rispetto ai grandi miti del passato?

Gli Autori per primi hanno sempre parlato di “Mitologia di LOST”, perché il mito è presente come matrice di fondo dell’animo e vissuto umano. Eppure ogni archetipo e modello che mi è parso di rintracciare nei vari personaggi ha in se stesso un’energia dinamica inarrestabile che consente agli stessi personaggi di evolvere, di trasformarsi in tipologie più complesse o del tutto innovative rispetto a quella che era la dominante comportamentale rappresentata all’inizio della storia. Questo forse per manifestare l’intenzione degli Autori di creare un prodotto nuovo che, pur affondando le radici nel mito, si proponesse comunque di trascenderlo e dare vita ad un mondo di personaggi originalissimo ed altrettanto universale.

3) Come intendi la legge del Karma e come la interpreti nella storia di Lost?

Non so se ci sia mai stata l’intenzione da parte degli Autori di introdurre il concetto di Karma alla base del percorso redentivo dei protagonisti di LOST, così come è parso da sempre a me. Direi comunque che è proprio il modo in cui vengono presentate le storie dei dispersi, seguiti fin dall’infanzia nel loro vissuto difficile e faticoso e poi presentati nelle vicende della loro vita di adulti, ad illustrare in maniera perfetta ciò che è il Karma e cioè la necessità di ri-tornare su alcune esperienze, di re-incontrare alcune persone, di rimettersi in gioco nell’affrontare gli eventi del presente, ri-vedendo le azioni del passato che saranno d’insegnamento per l’emancipazione del futuro. Ho sempre guardato ai flashback, flasforward e flashsideways presenti nel racconto secondo questa ottica.

Per Karma io intendo il tempo ciclico trascendente che si inserisce nel tempo lineare ed immanente per cui le eredità ricevute, prima fra tutte quella genitoriale, attraverso lo scontro generazionale che da sempre ho visto in LOST, diventa l’occasione karmica da affinare per risolvere alcune parti della propria natura che vanno cambiate, che vanno migliorate e trascese per non arrestare il processo spirituale e redentivo a cui l’anima tende spontaneamente.

4) So che hai trovato corrispondenze anche con i Tarocchi: ne vuoi parlare?

È proprio così. I numeri in LOST sono fondamentali e soprattutto ricorrenti. Su tutti, mi ha sempre colpito la frequenza del ricorrere del numero 8, il numero dell’equilibrio cosmico, che ritroviamo puntuale in modo iconografico in alcuni Arcani Maggiori come il Mago o la Forza. Ma l’8 è anche il numero dell’VIII Arcano Maggiore, la Giustizia che, con la sua bilancia (simbolo presente nell’ultima stagione di LOST), rievoca il concetto di Dharma, l’Ordine naturale e giusto delle cose, la Legge cosmica.

Sicuramente però, l’Arcano che mi sembra riassumere in maniera perfetta il simbolismo ed i richiami ermetici racchiusi in LOST, è la Papessa, in particolare la Sacerdotessa del tuo mazzo di Tarocchi Aurei, perché ancor più emblematica rispetto alla raffigurazione degli Arcani dei mazzi tradizionali. Innanzitutto in questa immagine ritrovo molti simboli bipolari, rispetto alle raffigurazioni tradizionali, come le due colonne del tempio che sono ai lati della sacerdotessa e che ricordano l’entrata del Tempio di Salomone. Le due forze energetiche contrapposte nella simbologia ermetica sono ugualmente importanti, perché per esprimersi al meglio non possono prescindere l’una dall’altra. Quindi non sono in contrasto, ma complementari: l’una non esisterebbe se non ci fosse l’altra, così come il nascere della luce del giorno non si potrebbe apprezzare se non ci fosse il finire dell’oscurità della notte. Mi hanno colpito poi la chiave Ankh (presente anche nella statua di LOST), i riferimenti alla cultura egizia e all’elemento Acqua, sempre presenti come costanti in LOST.

Inoltre nella tradizione ermetica le due colonne rappresentano anche i Solstizi, estivo ed invernale: nel Solstizio d’Estate (Tropico del Cancro) il Sole raggiunge il suo culmine e comincia il cammino verso il basso, verso l’ombra, mentre nel Solstizio d’Inverno (Tropico del Capricorno) il Sole è al punto più basso ed inizia il suo percorso verso l’alto, verso la luce. Potrebbero essere queste le porte o ingressi di cui parla la Hawking? Può essere che per tornare sull’isola sia stato indispensabile cogliere in maniera sincronica l’apertura di una di queste porte? Ho pensato alla Sacerdotessa come guardiana della soglia, che può aprire la “strada” di cui parla Daniel Faraday: una strada già tracciata, con un inizio ed una fine temporali, sulla quale si può procedere però solo con coscienza ed onestà, migliorandosi ed elevandosi spiritualmente, se pur in una dimensione destinic non comprensibile all’uomo, oppure regredendo e tornando indietro, ma solo per ricominciare e tentare di nuovo.

La tua particolare Papessa dei Tarocchi Aurei è in corrispondenza con il segno astrologico del Cancro, quindi in relazione non solo all’acqua, ma anche ai concetti di madre e di casa, della stessa anima. Sulla sinistra in basso, infatti, la tua carta riporta il simbolo della lettera Beth che, nell’alfabeto ebraico, ha il significato proprio di casa e noi sappiamo che “il tornare a casa” è l’ossessione di tutti i Losties. Ma “la casa” di cui sentiamo parlare spesso nella serie (“Casa dolce casa”) potrebbe essere simbolicamente riferita alla propria vita interiore, all’anima, alle proprie radici spirituali. La madre e l’essere madre, il tornare a casa e l’acqua sono simboli costanti in LOST ed anche nella tradizione egizia, sappiamo che i sacerdoti di Iside usavano l’acqua per riti di purificazione e catarsi e non stupisce a questo punto trovarla nella puntata della quinta serie in cui Ben, nel Tempio, fa scorrere l’acqua perchè non più pura.

5) Attraverso la tua analisi è possibile comprendere meglio la storia e i personaggi?

Soltanto se si è aperti al messaggio simbolico. Certamente LOST può essere letto anche dal punto di vista scientifico e razionale, è questo il modo a cui è stato guardato dalla maggioranza dei fan, il che non fa che sottolineare il motivo della grande presa che ha avuto sul pubblico televisivo, proprio a seconda dell’ inclinazione naturale dello spettatore.

6) In quale personaggio, o archetipo, ti riconosci di più e perché?

Ho amato fin da subito Kate Austen, sicuramente la protagonista principale che affianca Jack Shephard fin dalla prima Stagione. L’ho sempre difesa a spada tratta nei suoi comportamenti spesso incomprensibili, perché giudicati ambigui ed irrazionali, perché Kate è anche una donna di cuore, generosa e disponibile che, proprio attraverso questa parte luce di fondo della sua natura, riuscirà ad illuminare le sue molte ombre, e migliorerà il suo percorso di crescita, a mio avviso in maniera perfetta. Devo dire però che Juliet Burke rimane, per me, la vera eroina di LOST.

7) In conclusione, potresti riassumere in poche parole LOST?

LOST è una storia di redenzione, una storia di sacrificio, di perdono e d’amore.

Attraverso l’amore che i protagonisti proveranno nei confronti di una persona, si apriranno gradualmente ad un sentimento di partecipazione e di fratellanza condiviso, ad un sentimento di amore universale che permetterà finalmente ai dispersi di ritrovarsi e realizzarsi in una nuova dimensione.

Un’ultima curiosità: perché Francesca Piombo usa lo pseudonimo Melusina?

Melusina è una creatura d’acqua ma anche di terra, i due elementi che riassumono il mio Segno solare e l’Ascendente. È ricordata sia dal chimico, medico ed alchimista Paracelso, sia da Jung come simbolo di Spirito guida per accompagnare chi si metta in viaggio, un viaggio interiore di ricerca ed approfondimento del proprio sé, un viaggio in cui sono richiesti coraggio e verità con se stessi.


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