Simbologia
Secondo alcune interpretazioni, il loto sarebbe nativo in Egitto, poi diffuso in India e assimilato dal Buddismo in seguito. Brahma, il Creatore e Dio padre dell'universo nella dottrina induista, è raffigurato nascente da un fiore di loto che spunta dall’ombelico della divinità Vishnu, il Conservatore, nelle tradizionali rappresentazioni indù. Per la sua caratteristica naturale di nascere dal fango senza risultarne macchiato, il loto è diventato simbolico della purezza, dell'elevazione spirituale che emerge dal caos primordiale negli insegnamenti spirituali e nelle tradizioni filosofiche ed esoteriche tantriche originatesi nelle religioni indiane. I centri energetici (‘chakra’) della funzione vivente a multilivello sono associati con il numero variabile dei petali del loto e il suo fiorire diventa equivalente dell'illuminazione, della rivelazione finale.
Nel Buddismo, i fiori di loto costituiscono un’offerta particolarmente sacra quale simbolo di Buddha, della purezza del corpo e della parola, dell'affidabilità e dell'illuminazione della mente nell'uomo virtuoso. La preghiera buddista tradotta come ‘Oh, il gioiello del fiore di loto!’ ne esalta gli attributi di purezza, delicatezza e bellezza. I fiori si aprono soltanto per pochi giorni, poi ogni petalo scivola silenziosamente in acqua, uno per volta, nell’arco di un breve periodo, mentre le foglie coriacee rimangono sempre pulite essendo assai idrofobiche in superficie in seguito ad una proprietà denominata ‘effetto loto’. La pianta nasce da un seme che attecchisce sul fondo di acque stagnanti, immerso nel fango – sinonimo di ciò che è materiale, attaccamento, desiderio, avidità, odio, illusione – al buio come è l’ignoranza, che non consente di individuare con chiarezza la verità nella vita. La semenza cresce verso l’alto, attratta dal calore e dalla luce del sole, allo stesso modo degli esseri umani che crescono ricercando per natura l'amore, la compassione, il vero. Gli steli lunghi e tubolari portano separatamente una foglia rotonda di grandi dimensioni e un fiore appariscente che si dischiude a poco a poco, un petalo alla volta, al risveglio dei raggi del sole mattutino, come ad aprirsi completamente all’illuminazione, alla vita spirituale. I petali, come raggi di sole, galleggiano sempre in superficie, completamente alla luce, per richiudersi con il calare della sera. Il fiore rimane ancorato con le radici, ma si muove liberamente secondo il flusso di acqua, come succede ogni istante nell'evoluzione di ogni situazione. La rivelazione di Buddha nel ‘Sutra del Loto’ – uno dei testi fondamentali per le scuole buddiste cinesi e giapponesi – riguarda la forza vitale universale che origina e regola tutti i fenomeni esistenti.
Cultura e arte
Il modello di sovrapposizione dei petali di loto è stato ampiamente applicato nell’arte, nei santuari, nella scultura, nell’architettura del Giainismo, una religione indiana d’origine antica basata su un percorso di non violenza verso tutti gli esseri viventi. Sposando il significato di purezza e di pace, il Tempio Lotus (o Tempio Bahá'í) è stato completato nel 1986 a New Delhi. Ispirato al fiore di loto, rivestito da 27 petali di marmo disposti in gruppi di tre per formare nove lati, è uno degli esempi più spettacolari e premiati di architettura moderna in India. Casa di culto ideale per la meditazione, aperta a tutte le fedi e provenienze, rappresenta la religione Bahá'í, la più giovane tra quelle indipendenti nel mondo. Nell'iconografia buddista, il fiore di loto assume la funzione di aiuto spirituale per dischiudere, allo stesso modo, il cuore degli esseri alla comprensione della bellezza, della luce, della virtù, della vita e del loro posto nel mondo. Secondo una leggenda, Gautama Buddha nacque con la capacità di camminare e, appena compiuto il primo passo, il loto fiorì in tutto il mondo. Così Buddha è spesso raffigurato seduto su un calice di loto doppio, con i petali rivolti verso l'alto e verso il basso, mentre gli dei poggiano sullo stesso fiore singolo o lo tengono in mano come simbolo di illuminazione.
Alimentazione e usi
Le coltivazioni estensive di loto – pianta ad accrescimento rapidissimo – sono praticate nell’Asia sud-orientale, ma soprattutto in Cina, non soltanto per il suo valore culturale e ornamentale, ma per l’uso fitoterapico e specialmente come commestibile (preferibilmente da cucinare per evitare parassitosi). I polposi rizomi subacquei, piantati fino a 5 metri di profondità, sono venduti freschi, interi o a pezzi, surgelati, in salamoia in scatola, canditi, essiccati come prodotto alimentare in India, ma soprattutto in Cina e in Giappone (che deve importarne quasi 20 tonnellate all’anno per soddisfare il fabbisogno interno). Eliminata la buccia bruno-rossastra, la polpa color crema di consistenza croccante come una patata cruda, dal sapore simile alla noce di cocco fresco, è consumata come verdura, in zuppa, fritta a fette, arrostita. Le radichette sono marinate in aceto di riso e servite in insalata con gamberetti, olio di sesamo, foglie di coriandolo. In India, fiori, steli e fogliame di loto sono considerati verdure; le foglie – piatte, tonde, del diametro fino a 60 cm – sono impiegate come aromatizzante e per avvolgere preparazioni salate (riso, carne) o dolci (frutta, ecc.) da cucinare a vapore. In Corea, si preparano tisane con foglie e petali essiccati di loto. Nel sud della Cina meridionale, gli steli di loto vengono consumati in insalata; le foglie conferiscono aroma, anche nelle tradizionali preparazioni di riso per il ‘dim sum’, i piatti leggeri da servire accompagnati con il tè; i fiori freschi fungono da decorazione, mentre quelli essiccati rientrano in preparazioni culinarie, come l'anatra al mandarino. Le noccioline dei semi di loto, dal delicato sapore di castagna, sono venduti freschi (per essere consumati da crudi), in scatola, in crema, essiccati, tostati e macinati in farina, soffiati o canditi; si cucinano bolliti nelle zuppe, di solito con carne di pollo o con fagioli, ma anche in versione dolce. Una zuppa tradizionale è servita in occasione di Capodanno o di un banchetto di matrimonio: è a base di fagioli rossi, che rappresentano la forza, e di semi di loto, come augurio di concepire un bambino all’anno. Allo stesso scopo, bambini grassocci che ballano tenendo in mano foglie o fiori di loto sono raffigurati nelle riproduzioni artistiche in serie. I semi sono ridotti in pasta per preparare salse, budini con la farina di riso e per farcire dolci, come la ‘torta della luna’ (‘mooncake’) indissolubilmente legata alla ‘Festa di metà autunno’, una delle più sentite nella tradizione cinese. Ricchi di carboidrati, a bassissimo contenuto di grassi, poveri di fibre, le sementi di loto sono una fonte relativamente buona di proteine, ma a scarso contenuto vitaminico.
I semi di loto sono annoverati nella fitoterapia asiatica per le proprietà astringenti sull’intestino, calmanti, benefiche anche per la milza, il rene, il cuore; le foglie sono utilizzate ipotensivo e antilipidico, gli stami per l’azione sulla diuresi, il rizoma come emostatico. L’essenza floreale di loto è considerata l’elisir spirituale d’eccellenza per la meditazione e la concentrazione così che, equilibrando tutti i chakra, le energie favoriscono salute ed armonia. I frutti essiccati vengono utilizzati in tutto il mondo per conferire un tocco esotico a composizioni floreali a scopo ornamentale degli ambienti interni.