Lotta biologica, le trappole cromotropiche

Da Gianni


No, quello che vedete nella foto non è un malriuscito tentativo di arte contemporanea  ma qualcosa che può tornare molto utile nella difesa delle vostre piante: una trappola cromotropica.
Le trappole cromotropiche, così come quelle chemiotropiche di cui ho parlato in un precedente post, sono delle trappole che sfruttano i sensi degli insetti fitofagi per trarli in inganno e intrappolarli. Ma se nelle chemiotropiche si fa leva sul potere attrattivo dei feromoni, ovvero le sostanze volatili prodotte dagli insetti e usate per comunicare tra loro, nel caso delle trappole cromotropiche si sfrutta l’attrazione che alcuni colori esercitano sui parassiti. Si tratta per lo più di fogli rettangolari, in genere grandi come un foglio A4, colorati di solito di giallo o di azzurro o di bianco e ricoperti di una sostanza collosa; in pratica gli insetti che passano lì vicino vedono il colore e, al grido di “non resisto!”, si dirigono verso di lui con il risultato che i malcapitati, una volta che ci atterrano sopra, rimangono invischiati nella colla e non riescono più a liberarsi. Per renderle più attrattive negli ultimi tempi si trovano in commercio trappole cromotropiche che contengono anche feromoni. Queste trappole sono realizzate con materiali impermiabili e resistenti, sono semplicissime da installare e non rappresentano un pericolo per l’uomo e gli altri animali; vengono utilizzate di solito in coltivazioni in serra di orticole e di fiori.

Così come succede per le trappole chemiotropiche, anche con quelle cromotropiche è possibile operare per monitorare le colture (soprattutto in serra) o in difesa delle stesse.
Nel primo caso servono di solito 7 trappole di questo genere ogni 1000 metri quadri di superficie e uniformemente distribuite per monitorare la presenza di insetti dannosi e pianificare al meglio gli eventuali interventi di difesa successivi, capendo per esempio qual è il momento migliore per operare.
Per quanto riguarda la cattura massiva il numero di trappole deve invece crescere notevolmente e le stesse 7 trappole devono essere distribuite in una superficie molto più piccola, che di solito non superi cioè i 50 metri quadri; ovvio che, quando tutta la superficie collosa è ricoperta da insetti, la trappola ha fatto ampiamente il suo lavoro e va sostituita. Per la scelta dei colori va detto che il giallo è efficace nella cattura della mosca dell’olivo, della mosca del ciliegio, della mosca della frutta, della mosca bianca, della tignola dell’olivo e degli aleurodidi. Le trappole di colore giallo hanno il difetto di essere poco selettive e quindi attraggono anche altri insetti, non solo quelli “neutrali” ma anche quelli utili alla difesa della coltura: nel caso di interventi con insetti fitofagi le trappole vanno quindi tolte prima del lancio.
Molto più selettive, e in tal senso non pericolose (non vanno tolte in caso di introduzione di insetti ausiliari), le trappole di colore azzurro che risultano indicate per la cattura dei tripidi e ne bastano una o due ogni 50 metri quadri per avere già ottimi risultati. Le trappole di colore bianco sono infine usate per il tentredine del pero e risultano uno degli interventi più efficaci in caso di attacco di questo parassita.

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