Dopo la svolta definiamola “dark” del precedente valido album “Rated R”, la regina Rihanna di Giordania visti i risultati commercialmente non esaltanti ha deciso di cambiare direzione e rotta. Con il primo singolo “Only Girl (in the World) si è così data alla tamarragine più sfrenata, con una hit pesantemente infettiva. Peccato che il nostro Gigi D’Agostino sia salito alla ribalta nell’epoca sbagliata, troppo avanti come tutti i visionari che si rispettino, altrimenti adesso sarebbe a L.A. a collaborare con le superstar della musica pop al posto di David Guetta.Anche l’iniziale “S&M” è una futura hit da club, coinvolgente al punto giusto da immaginarla perfetta per un ascolto da ubriachi. “What’s my name” con il rapper dell’anno (vabbè, Kanye a parte) Drake è invece un duetto hip-pop avvolgente con un ritornello cantilenante da ipnosi di massa.
“Cheers (drink to that)” campiona la parte “yeah y yeah” di “I’m with you” di Avril Lavigne e ha il suo perché, mentre “Fading” campiona persino Enya ma per fortuna non è una palla new-age come l’originale, “California king bed” è una ballatona perfetta come colonna sonora per un episodio di “The Hills”, “Man down” va in direzione reggaeggiante rampa-pa-pan e penso potrebbe piacere ai fan di M.I.A. (come me) e pure a qualche detrattore della stessa Rihanna.
“Raining Men” è una bella traccia hip-hoppara con la rapper fenomeno Nicki Minaj, “Complicated” è un’altra ottima ballata epica, stavolta più da “Gossip Girl”. Ciliegina sulla torta, la parte seconda della grandiosa “Love the way you lie” con Eminem.È solo pop commerciale, certo, ma è anche roba prodotta alla grande. E poi per Rihanna ho un debole. Per la sua voce, e non solo per quella.(voto 6/7)