Lourdes

Creato il 09 dicembre 2012 da Misterjamesford
Regia: Jessica HausnerOrigine: Austria, Francia, GermaniaAnno: 2009Durata: 96'
La trama (con parole mie): Christine è malata di una particolare forma di sclerosi che la costringe su una sedia a rotelle, completamente paralizzata. Per ovviare alla solitudine di una vita praticamente da reclusa, di tanto in tanto si concede viaggi organizzati o pellegrinaggi che possano rompere la sua routine.Giunta a Lourdes, visita con i volontari e gli altri pellegrini - in condizioni più o meno gravi della sua - tutti i luoghi resi celebri dalle presunte apparizioni della Vergine e luogo di miracoli che Chiesa e dalla Scienza si riservano di volta in volta di accertare ed approvare.Alla vigilia della ritorno a casa, la ragazza si trova proprio protagonista di uno di essi: durante la notte, infatti, riesce ad alzarsi dal letto, camminare, pettinarsi, mangiare e vestirsi da sola.Un cambio di prospettiva che suscita ammirazione, stupore, invidia, manifestazioni di fede rinnovata, ma soprattutto, che porta Christine a pensare che da quel momento in avanti potrà finalmente vivere una vita come l'avrebbe voluta, magari costruendosi una realtà affettiva, o una famiglia.Ma sarà davvero quella, la Felicità?

Credo che un film come questo avrebbe fatto impazzire quella vecchia volpe di Bunuel.E non solo.Ripensando alla visione - sicuramente non semplice, almeno per chi è abituato ad un Cinema di fatti ed azioni -, alla lentezza che ricorda quasi il Kaurismaki solo apparentemente fiabesco e agli elementi portati sul piatto rispetto ai concetti di Fede e, perchè no, Scienza, mi è tornato alla mente il ricordo di uno dei passaggi del Capolavoro orwelliano 1984: parlando dell'utilizzo delle lotterie nazionali - l'equivalente di quello che da noi potrebbe essere il Superenalotto -, l'autore inglese rivelava candidamente che le stesse non sussistessero effettivamente, ma fossero spacciate per vere dal famigerato Grande Fratello in modo da illudere i cittadini che, chissà, una volta o l'altra avrebbero potuto anche vincere.La stessa, disarmante impressione che ho avuto osservando i pellegrini alla ricerca del miracolo in Lourdes.Che la Chiesa - e la Religione, con lei - sia una lotteria in cui non ci sono vincitori, o vinti, ma solo un sacco di mendicanti di speranze pronti a credere a qualsiasi cosa?Opinioni personali a parte, quello che Jessica Hausner mostra è uno spaccato agghiacciante di uno dei parchi giochi di maggior successo nel mondo, che pare popolato da individui pronti a chiedere conto a Dio della loro condizione o di eventuali miracoli caduti sulle teste - e sulle vite - altrui: un luogo che pare così finto e posticcio da trovare la sua dimensione migliore nella barzelletta raccontata da uno degli accompagnatori della comitiva al tavolo, la sera, con lo Spirito Santo, Gesù e Maria intenti a scegliere la meta delle loro vacanze.Quando viene nominata Lourdes, Maria salta in piedi felicissima gridando: "Che bello! Non ci sono mai stata!"Nonostante il tono di pacata e beffarda ironia, comunque, non viene mai negato lo spazio al disagio interiore della protagonista - bravissima Sylvie Testud -, che continua a preferire Roma a Lourdes perchè più "culturale", e sogna una vita insieme a quell'accompagnatore che, chissà, forse è gentile soltanto perchè lei è su una sedia a rotelle: una cosa non da poco, che sottolinea il valore di un film difficile ed assolutamente delicato da trattare, perennemente in bilico tra il rischio di trash e l'insorgere di polemiche sterili quanto le credenze a proposito di benedizioni in più lingue miracolose.Proprio pensando a questo, perfetto il parallelo tra la vicenda della suora Cecile e la protagonista, e di riflesso il rapporto di distanza - si potrebbe definire invidia? - che Christine instaura con la sua personale volontaria Maria, ragazza giovane e piacente che ha deciso di andare alla ricerca di un proprio scopo e posto nel mondo anche grazie alle opere di bene invece che passare le vacanze, come al solito, andando a sciare.La calma che Lourdes si prende per entrare dentro l'audience è tutta negli occhi della sua "eroina", dapprima applaudita come miracolata, dunque guardata con sospetto perchè "non abbastanza credente" da meritarsi l'intercessione divina, rimandata dai medici preposti al controllo dei suddetti miracoli in attesa di scoprire se la sua malattia tornerà a schiacciarla sulla sedia dove ha trascorso la sua vita.Senza fretta, il lavoro della regista prende spazio sottovoce, ed esplode dirompente in una delle sequenze finali più incredibili dell'anno per il sottoscritto, tanto da scomodare paragoni con quella meraviglia che fu Take shelter: lo sguardo di Christine, lasciata sola dal suo accompagnatore dopo il passo falso in pista, che dapprima nega e dunque accoglie una volta ancora la sua compagna di viaggio su ruote mentre Maria canta sul palco Felicità - ebbene sì, proprio quella, anche nella versione originale della pellicola - è un colpo da maestri della settima arte, uno schiaffo che lascia inebetiti e strabiliati rispetto alla forza di un lavoro che pare uno scricciolo debole ed indifeso, proprio come Christine.Ma non è così, per fortuna di noi spettatori.Noi possiamo ancora credere in qualcosa che è davanti ai nostri occhi, e in casi come questo ci illumina.Il Cinema.
MrFord
"Felicità
è un bicchiere di vino con un panino
la felicità
è lasciarti un biglietto dentro al cassetto
la felicità
è cantare a due voci quanto mi piaci
la felicità, felicità."Albano Carrisi - "Felicità" -


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