Oplà, lo scandalo è servito. Ormai non c’è festival senza il suo film autorial-sporacccionesco, con tanto graphic sex sbattuto in primo piano come in un qualsiasi youporn, e però non così qualsiasi giacché la firma è usualmente di un regista consacrato o in via di consacrazione. E Cannes, che è Cannes, cioè il massimo della grandeur possibile in fatto di cinefestival, tra poco più di una settimana manda sui suoi ambiti schermi il film che si annuncia come il più oltraggioso di tutti, Love di Gaspar Noé. Lo fa con una qualche cautela, senza metterlo nella Compétition e neppure a Un certain regard, ma presentandolo come Séance de minuit, screening speciale all’ora dei vampiri di modo che l’eventuale conflagrazione risulti circostritta e attenuata. Ché a Cannes ancora si ricordano il macello scatenato dal signor Noé anni fa con il suo -formidabile, peraltro- Irréversible e la scena dell’insostenibile stupro in un lercio tunnel a Monica Bellucci (eroica nell’arrendersi ai diktat registici).
Ora, di che parla Love? L’autore e chi gli sta intorno hanno adottato una strategia comunicativa di annunci e mezzi annunci, messaggi allusivi e criptati, foto titillanti che ricorda molto da vicino quella messa a punto da Lars Von Trier per Nymphomaniac. Anticipazioni accuratamente dosate secondo le leggi del marketing onde accrescere l’attesa, e però stando attenti a non rivelare troppo. Se l’obiettivo era di fomentare il buzz e creare l’hype, ebbene, bersaglio centrato. Grazie soprattutto alle due foto-teaser pubblicate dal sito Le Temps Detruit Tout (dietro cui mi pare ci sia lo stesso Noé, o gente a lui assai vicina) e poi riprese da tutta la rete. La prima a uscire è stata quella del bacio a tre con tanto di saliva colante, la seconda, più esplicita, la versione ‘champagne’ com’è stata definita, con fallo colante sperma e seno sullo sfondo. La prima ripostata dappertuttto, la seconda meno (Facebook l’ha censurata, e francamente non mi pare il caso di indignarsi). Eccole qua, giudicate un po’ voi.
“l’amore è un bisogno genetico, l’amore è l’oltrepassamento di sé, l’amore è uno stato alterato della coscienza, l’amore è una droga pesante, l’amore è una malattia mentale, l’amore è un gioco di potere, l’amore è una luce accecante”. Poi dice che sarà un film gioioso. Ma in cose come “l’amore è uno stato alterato della coscienza, l’amore è una droga pesante” ritroviamo tutto Noé, il regista perturbante di Irréversible e Enter the Void (meno quello dell’episodio non così riuscito di 7 giorni a L’Avana, deludentissimo film presentato a Cannes-Un certain regard nel 2012).
Gaspar Noé