Pop è amore poiché accetta tutto... Pop è lanciare la Bomba. E' il sogno americano, ottimista, generoso, naif.
Parallelamente alla Pop Art si sviluppano tendenze artistiche che partono da idee e si basano su principi differenti, mi riferisco al coulor field painting e alla minimal art. Alcuni artisti costruiscono una realtà immaginaria che mette in collegamento la Pop Art con queste tendenze artistiche. Si tratta di personaggi come Robert Morris, George Brech e Robert Indiana.
Vorrei soffermarmi proprio su Robert Indiana, ingiustamente dimenticato dalla critica e, soprattutto nei decenni precedenti, incompreso da un punto di vista artistico. Le dinamiche esplicitate dal consumismo determinano una logica dicotomica tra positivo e negativo, progresso e catastrofe, sogno e realtà. Tale dicotomia è caratteristica estetizzante dell'arte di Robert Indiana.
E' proprio tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta che le basi del Design vengono riscritte e ridefinite. La creatività personale dell'artista contamina il Design. Robert Indiana cattura la parola chiave di quel periodo storico e la incastona all'interno dell'urban art. Stilizzata, plastica, energica, potente ma anche bizzarra e altamente commerciale, Love è l'inno del surreale e dell'astratto ma è anche l'inno della purezza e compostezza. Difatti Love è una parola che coinvolge l'intera umanità, una parola chiara, pulita ed efficace che assume una sfumatura nuova se collocata al centro di una piazza oppure all'ingresso di un'istituzione.
Love di Robert Indiana è la dimostrazione della forza della Pop Art unita al minimalismo cromatico e linguistico.
(*) Per la stesura di questo testo si veda Tilman Osterwold, Pop Art, Taschen.
Scritto in: anni Cinquanta, arte, consumismo, coulor field painting, cultura, design, font, love, minimal art, opere, pop art, Robert Indiana, Sara Durantini, surrealismo, Taschen, The Slips, Tilman Invia tramite email Postalo sul blog Condividi su Twitter Condividi su Facebook