di Chiara Daino
Lovecats: Laura Palumbo e il paradiso plastico dei gatti
«Ho molto studiato i filosofi e i gatti.
La saggezza dei gatti è infinitamente superiore».
[Hippolyte Taine]
Gli animali comunicano.
E quali articolano? Il pensiero umano è costrutto o riflesso? Non siamo forse dei Golem di neuroni a specchio? Dei Gelem d’argilla senziente? Mio Geniale Lettore, hai mai praticato l’associazione verbale? È un cruciverba di bocche psicolinguistiche [siamo rime di fratture e rime di ferite] il nostro accadere, inciampando nell’altro – in un incastro preciso e deciso.
Se solo soffio «Gatto» cosa miagola il Tuo occhio fantastico? L’Antico Egitto? Il Tuo Amore peloso? Un rush allergico? Carrol e lo Stregatto del Cheshire? Kuching? Jones di Alien? Perrault o Collodi? Felix o Spot? Birba o Malachia? Freddie Mercury o Torakiki? Isidoro o Garfield? La voce di Banderas o quell’abominio telefonico di Virgola? Ricordi Zirconia? Sposi Giuliano e Caligola? La magia di Doraemon o la maestria delle sorelle Kisugi? Harō Kiti o Maneki neko? Spolmoni «soffice Kitty» o canticchi «Gatto Rognoso»? Gino Paoli o Giuseppe Casarini? Sfigatto o Piagatto? Il paradosso di Schrödinger o la pessetta di Silvestro? Tom o Brivido Cosmico? Cagliostro o Romeo? Qualcuno potrebbe proporre Potifar, ma sarebbe subdoleria da Eretista…
Lady Lovecats Palumbo (© Lovecats)
E Dama glissa «con abile scatto» [O-o-o occhi di gatto, è questo il nome del trio compatto, son tre sorelle che han fatto un patto] e scocca, finalmente, la sua sagitta: dopo Michelle Pfeiffer [placa sùbito la Tua tiritera critica – da possessione cinefila! Non è una disanima volta a stabilire la migliore interprete di Catwoman!] un’altra Gatta è destinata ad affilare e ad affondare le Sue unghie nelle carni dell’Arte. Il Suo Nomen è Omen: Laura.
Gatta Laura, meglio conosciuta come Lady Lovecats Palumbo, è cantante e songwriter e dopo aver gnaulato e rugghiato lamentando un mio poco chiaro scrivere [un problema di versi ché Dama Daino bramisce] mi concesse intervista.
Ringraziando, ripropongo, rilucendo: l’Arte felina e ferina dei Gatti.
1. Lovecats. Principiando dal nome [atto sacro del battesimo]: digitando «Lovecats» i motori di ricerca antepongono il Vostro gruppo ad ogni risultato legato all’omonima canzone dei Cure. Chi propose e chi scelse un «termine-tributo» per delineare il Vostro Operato Musicale?
Mettiamo subito i puntini sulla ‘O’ di Motörhead, come dice qualcuno di mia conoscenza, e chiariamo che la mia riluttanza è da attribuire all’ansia di non essere all’altezza di uno scritto della Daino; fosse anche la sua lista della spesa! Qualcuno mi dia torto se ha coraggio! (E prima che Dama mi bacchetti e mi picchi a parole, ripercorrendo il concetto e la concezione di «Artista» nei secoli, rispondo al quesito numero uno).
Il nome ‘Lovecats’ è figlio mio, sì! Era perfetto per molti aspetti: io sono cresciuta con i vinili dei Cure a consumarsi sul piatto. E sono pure una dannata gattara che vive con tre gatti… Inoltre l’espressione «gatti-in-amore» ben descrive il nostro sound: siamo fastidiosi come un gatto in amore sotto la finestra!
2. «Come potrebbe mancarci qualcuno di così stupido?»: Lovecats dei Cure termina scandendo questo quesito retorico. Quanta stupidità hai dovuto affrontare/affronti come cantante? La coppia di cromosomi x è dato discriminante? Conta più il Carattere o il carattere sessuale nell’operare artistico?
Siamo circondati dalla stupidità. Spesso dalla nostra…
La coppia ‘xx’ è sempre discriminante in un mondo ‘y’ !
E vorrei ricordarti che – oltre alle tette – vanto pure una fluente chioma bionda! E allora come diceva Nuti: «facciamoci dimmale»! Ah ah ah!
[«Non scusarti mai della Tua Bellezza. Come delle tua Bravura. Kalokagathia è espressione epica che Dama ti ritornella». N.d.D.]
I Lovecats in concerto (© Lovecats)
3. La scelta di amalgamare cover e brani originali è miscela eterogena che Vi connatura. Quale criterio seleziona le canzoni che rivivi e riproponi? La «scaletta» è concertata collettivamente o risultanza di singoli suggerimenti/suggestioni?
La bellezza di essere un gruppo è proprio quella di avere tante teste. Ci si confronta e si decidono i brani insieme. Si suona e si provano arrangiamenti diversi finché la canzone non diventa ‘nostra’ anche se è di qualcun altro! A volte facciamo democratiche votazioni sui brani proposti; altre, invece, tutto nasce da un’improvvisazione in saletta che parte per scherzo ma – alla fine – «suona proprio bene»!
4. Molti musicisti militarono nei Lovecats: come vivi il ricambio umano e strumentale? Come abiti il Tuo ruolo di songwriter e di singer?
Direi che siamo ‘felini’ anche sotto questo aspetto! Come una colonia di randagi, abbiamo gatti stanziali e gatti che hanno proseguito per la loro strada allontanandosi dopo un periodo più o meno lungo. Tutti hanno contribuito in qualche modo a creare ciò che siamo ora e ciò che stiamo diventando.
Per quel che riguarda il mio ruolo non è facile rispondere evitando frasi fatte o diplomatiche. Non saprei risponderti se non ammettendo che quando Davide (Dogliotti) ed Emiliano (Buttarelli) mi convinsero a cimentarmi… Realizzai immediatamente che il palco era il mio posto, la mia casa…
Come solo un gatto sa.
E al gatto non si chiedono spiegazioni!
5. «Io credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo, per me, è il senso dello scrivere»: così l’ittico Flaiano. Come concepite gli spartiti originali? La gestazione di un brano erompe dal testo o dall’accordo? L’inglese è lingua scelta o prescelta? Il Tuo sentire è tradotto o nasce genuino e britannico?
A questa domanda risponderò a nome di tutto il gruppo perché, soprattutto in fase compositiva, il lavoro è CORALE: in sala prove arriviamo con delle idee, dei riff; … E suonando INSIEME il brano prende forma. Studiamo l’articolazione del brano ed abbozziamo le linee vocali. Io-Laura, poi, lavoro in disparte sui testi.
Scrivo in inglese non solo perché banalmente sia una lingua molto musicale per il genere scelto, ma anche perché mi permette di «usare ed abusare» dei molteplici significati che la stessa parola possiede. [Ti evitiamo, Geniale Lettore, i parallelismi linguistico-musicali tra italiano ed inglese sorti e sviscerati durante dialoghi privati. N.d.D.].
Credo sia anche una sorta di automatismo sonoro dato dal fatto che fin da piccola la musica che ho ascoltato, come quella che ascolto ora, sia in lingua inglese al 99%.
Sessione musicale dei Lovecats (© Lovecats)
6. Voci accreditate sostengono «il Tuo Lemmy con le vibrisse» sia un patito dei Pink Floyd: felicitandomi il Tuo quadrupede non sia emo o truzzo – quali Artisti fecondano l’Anima dei Gatti [quelli bipedi]?
Sì!, il ‘mio’ Lemmy ama molto anche i Cream e Jimy…
Per quel che riguarda i bipedi, invece, abbiamo radici abbastanza comuni: sia io che i «Dogliotti Brothers» siamo cresciuti a pane e Rock’n'Roll (io per merito di mio fratello maggiore e loro per materna dote); i «D Bros» – nel corso degli anni – si sono spostati verso il Metal (più o meno Classico) mentre io m’appassionai di New Wave… Tuttavia, essendo tutti grandi appassionati di Musica, abbiamo condiviso continue contaminazioni: dal Funky (grazie sorellona!) al Blues; dalla musica Classica e Sinfonica (grazie mamma!) al Jazz; … Un fantastico minestrone prolifico!
Anche Antonio (lode a Te e ai tuoi vent’anni carichi di entusiasmo e cultura) affonda le radici della sua seicorde nel terreno magistrale fecondato da AC/DC e Led Zeppelin!
Per quel che riguarda «colui-che-percuote-le-pelli»… Rivelazione in anteprima per PostPopuli: è un gatto nuovo! Il suo nome è Roberto e… Lo conoscerete molto presto!
7. Per concludere [e prima che Tu abbia trapuntato di spilloni la bambolina voodama maladicendomi come se non ci fosse un domani] è giusto ultimare l’intervista in bellezza e pigrizia: grandina «a muzzo» quel che scalpita essere espresso…
Ah ah ah! Davvero vuoi scoperchiare il vaso di Pandora?!? Potrei parlare di molte cose e di molte persone… Potrei togliermi qualche sassolino dai boots… Ma perché dar loro tanta importanza? [Memento: Gatta Sovrana batte Ape Regina, N.d.D.].
Col cavolo che vi cito in un’intervista della Daino! Ah ah ah!
Nell’abbraccio,
un brindisi: ai Lovecats e al Paradiso Plastico!
NO WAY OUT
WELCOME IN MY PLASTIC HEAVEN
NO ESCAPE
LOST AGAIN IN THIS PLASTIC HEAVEN
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