Biopic dalla struttura esile, Lovelace (2013) racconta la storia dell’icona pop e della porno rivoluzione Linda Lovelace, all’anagrafe Linda Susan Boreman.
Linda Susan Boreman, appena ventenne, incontra e sposa Chuck Traynor. È lui, proprietario di un night club, a iniziarla al mondo del porno, che la fa conoscere a livello mondiale per la sua partecipazione a Gola Profonda (Deep Throat, 1972), il primo film hard campione mondiale di incassi: 600 milioni di dollari.
Si era già detto (e visto) tutto nel documentario Inside Gola Profonda (Inside Deep Throat, 2004). Difatti Lovelace dimostra di avere notevoli difficoltà nella costruzione della cornice narrativa (da fiction televisiva) e nel rendersi interessante e coinvolgente. Perché neppure la felice intuizione di mostrare la duplice visione della storia (come veniva vista dal pubblico e come l’ha raccontata Linda nell’autobiografia Ordeal) riesce ad avere quella forza narrativa, che sappia travolgere e sconvolgere. La pellicola appare inutilmente moralista e melodrammatica, scivolando (progressivamente) in direzione di una chiusura che si avvicina pericolosamente al prodotto televisivo, piuttosto che a quello cinematografico. I due registi non hanno osato e si sono mantenuti nella superficialità di una vicenda, che potenzialmente poteva rivelare diversi risvolti interessanti.
Probabilmente tutto ciò deriva dalla volontà di disegnare Linda esclusivamente come una vittima, annullando le contraddizioni del personaggio e dei primi anni 70, che inseguivano la ribellione sessuale, ma che allo stesso tempo rimanevano ingabbiati dai meccanismi istituzionali ancora profondamente bigotti. Tuttavia il successivo terremoto legale, dovuto al successo della pellicola Gola Profonda, non viene nemmeno sfiorato dai due registi Epstein e Friedman, che si concentrano sul tratteggiamento caratteriale di un personaggio controverso come Linda Lovelace. Ma il risultato non è soddisfacente; infatti si limitano a metterla in mostra dapprima ingenuamente e, successivamente, come una prigioniera del proprio corpo e del rapporto con il violento marito Chuck Traynor.
Lovelace ostenta l’odissea di Linda e si dimentica del resto. Non lavora sulla (possibile) valenza voyeuristica del pubblico che ha decretato il successo di Gola Profonda e non riesce a disegnare adeguatamente due fattori importanti della pellicola (ai quali si sarebbe potuto “aggrappare” il film): il mondo del porno e l’indottrinamento cattolico di Linda da parte della madre. Difatti il primo viene delineato in modo ironico, sbruffone e caricaturale, mentre il secondo appare approcciato maldestramente. Insomma Lovelace non possiede le giuste credenziali per farsi un biopic convincente e un’indagine del pruriginoso mondo del porno anni 70. È la storia di un’icona sessuale, ma che perde appeal e che si rimpicciolisce progressivamente.
Uscita al cinema: 27 marzo 2014
Voto: *