Lovers in a Dangerous Spacetime - Recensione

Creato il 09 febbraio 2016 da Lightman

Arriva su PlayStation 4 uno degli indie più sottovalutati dello scorso anno. Uno sparatutto pensato per essere giocato in coppia, ma inaspettatamente interessante anche per gli spiriti solitari.

Versione analizzata: Playstation 4

Enrico Spadavecchia è un avido collezionista ed esagitato videogiocatore dai tempi del Commodore 64 e delle sue righe colorate. Ex giocatore accanito di Counter Strike, in giovane età ha compiuto la stupidissima impresa di completare Quake II a livello hard senza scendere mai sotto i 100 punti ferita. Ostinato retrogamer e sostenitore delle produzioni indipendenti, non disdegna le offerte del mercato attuale, soprattutto FPS e avventure grafiche. Lo trovate su Facebook, su Twitter e su Google Plus.

" Love hurts, love scars, love wounds and marks" cantava Dan McCafferty, a metà degli anni '70, " But even so, I know a thing or two, I learned from you" urlava, nascosto da qualche parte in un batuffolo di riccioli scuri. Quasi mezzo secolo dopo, ci ritroviamo decisamente a corto di capelloni dediti a somministrare cotanta saggezza: quale modo migliore per assimilare fondamentali lezioni di vita, se non dagli indie game, ormai messaggeri generazionali ben più appetibili di un gruppo di uomini villosi coi pantaloni stretti al limite della castrazione?
Ecco, Lovers in a dangerous spacetime è il messaggero della cooperazione, uno shooter dai toni volutamente eccessivi e dalla palette cromatica sgargiante, un viaggio iperglicemico in uno spazio pieno zeppo di fiori, cuoricini, coniglietti ed altre pucciosità, che al confronto LocoRoco è un concerto degli Slayer.

L'amore ai tempi del reattore quantico

Siamo al comando di una curiosa navicella spaziale sferica -rosa, ovviamente-, in viaggio per recuperare i pezzi del reattore Ardor -a forma di cuore, ovviamente-, e combattere dei brutti robot alieni che hanno approfittato del malfunzionamento per fare prigionieri gli abitanti della singolare realtà galattica -animaletti tanto carini, ovviamente-.
Dallo spaccato della navicella possiamo intravederne le stanze e i comandi. Questi possono essere azionati solo uno per volta, e le torrette di difesa coprono un raggio limitato. Il messaggio è subito chiaro: da soli non ce la si fa.
Il lavoro di Asteroid Base pare essere studiato appositamente per il gioco in cooperativa, anche più del clamoroso buco nell'acqua che fu Army of Two, tanto lontano nelle tematiche, quanto nei risultati conseguiti. Anche l'assenza della coop online, che costringe i giocatori sullo stesso divano a colpirsi coi gomiti per dividersi i compiti, è un chiaro segno delle intenzioni del piccolo team di sviluppo. Eppure la possibilità di giocare in singolo c'è, ed è accompagnata da un drammatico quanto realistico quadretto della vita da single: un piccolo animale domestico avrà l'arduo compito di riempire il vuoto lasciato dall'assenza di un partner; obbedirà agli ordini impartiti, piazzandosi alle torrette indicate o agli scudi, ma non potrà pilotare la navetta. Premendo il tasto triangolo, il gioco rallenterà in una sorta di bullet time, evidenziando le postazioni disponibili per il cane o il gatto che ci terrà compagnia nella navicella. Anche se non affrontato in coppia, Lovers è un ottimo shoot em up, dalle meccaniche semplici, solide e tutt'altro che derivative, con un curioso sistema di personalizzazione della navicella che riporta addirittura ai fasti di Xenon 2. Certo, controllare entrambi i personaggi rende macchinosi alcuni passaggi, e spesso amplifica i frequenti picchi di difficoltà, ma tutto sommato l'esperienza di gioco si mantiene sempre al di sopra delle aspettative.

Seppur con una struttura di gioco piuttosto semplice, che si limita ad esigere dal giocatore una buona dose d'esplorazione in cerca degli animaletti catturati, prima di poter sbloccare il portale per la galassia successiva, Lovers non smette di sorprendere in termini di varietà, per tutta la sua durata: le scelte dei potenziamenti e delle loro combinazioni scombussolano continuamente le strategie d'attacco e di difesa, mentre si cerca di sopravvivere all'attacco di decine e decine di tipologie diverse di nemici, trappole ambientali ed imboscate del tutto inaspettate.


Spara crepa ama

Non è la ben studiata campagna single player, che va via tutta d'un fiato in circa 5-6 ore, nè l'alto tasso di rigiocabilità garantito dal discreto numero di navicelle e piloti sbloccabili; non è quel sublime susseguirsi di pianeti ghiacciati, infuocati, sommersi d'acqua, che tradisce un certo debole per i classici, nè la generazione procedurale dei livelli che rende sempre stimolante l'esplorazione; non sono neanche l'incredibile varietà dei nemici e le sempre gradite battaglie coi boss di fine livello, a rendere Lovers un gran gioco, fra gli indie più sottovalutati dello scorso anno. È il coraggio mostrato dagli sviluppatori nel puntare tutto sulla cooperazione di coppia, con un'insistenza mai azzardata prima da alcun titolo, nella più colorata celebrazione del gioco sinergico che si sia mai vista nella storia dei videogames.

Una scommessa che può ritenersi vinta, per l'indie game che più di tutti si avvicina all' esperienza cooperativa definitiva, soprattutto per le coppie. E le capocce di Sony sembrano averlo ben capito, visto che propongono il titolo, già disponibile dallo scorso settembre per PC e Xbox One, sullo store di PS4 proprio a pochi giorni dalla festa degli innamorati, avendo anche l'accortezza di aggiungere il livello di difficoltà "molto facile", indispensabile qualora la nostra dolce metà non dovesse andare proprio d'accordo col mondo dei videogiochi.

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