Lsu senza lavoro e senza reddito. Senza l’approvazione del bilancio regionale i Comuni stanno sospendendo le attività. La Cisl si appella al governatore Pittella

Creato il 09 gennaio 2014 da Ecodibasilicata

Come le feste comandate torna la vertenza dei lavoratori Lsu. La mancata approvazione del bilancio regionale, denuncia la Cisl, sta costringendo la gran parte dei Comuni a bloccare le attività, con conseguenze pesanti sui lavoratori, senza occupazione e senza alcuna fonte di reddito dal 31 dicembre scorso. In tutto sono circa 430 i lavoratori socialmente utili che operano, in alcuni casi da 15 anni, in diversi Comuni della regione per poco più di 500 euro mensili e, aspetto non secondario, senza copertura previdenziale. Si tratta di uno zoccolo duro che sopperisce alle carenze strutturali delle piante organiche per effetto dei tagli ai trasferimenti e del blocco delle assunzioni negli enti locali.

“La crisi economica da un lato e la politica di austerità imposta dall’Ue dall’altro stanno trasformando una situazione difficile che si trascina da oltre quindici anni in una vera e propria emergenza sociale”, è il commento del segretario regionale della Cisl, Enrico Gambardella. “Senza il principale strumento di programmazione finanziaria della Regione gli enti utilizzatori, in mancanza di certezze sulla effettiva disponibilità delle risorse, hanno messo in libertà i lavoratori e allo stesso tempo si sono visti costretti a sospendere tutta una serie di servizi gestiti in economia proprio grazie alla disponibilità degli Lsu”.

All’appello, denuncia ancora la Cisl, mancano anche gli incentivi per la stabilizzazione, con la conseguenza che “anche le imprese private, in assenza di certezze sul piano normativo e finanziario, non possono procedere alla stabilizzazione degli Lsu”. Per questo Gambardella si appella al presidente della giunta regionale, Marcello Pittella, chiedendo “lo stanziamento delle risorse necessarie anche in regime di gestione provvisoria al fine di consentire la ripresa delle attività e non colpire ulteriormente una platea di lavoratori che vive con poche centinaia di euro al mese assicurando servizi che altrimenti, nella ristrettezza delle finanze pubbliche, non sarebbero in grado di fornire”.