Luca Abete torna nel Napoletano per denunciare l’incredibile condizione di Cardito, cittadina di 22.000 abitanti dell’ hinterland partenopeo, da 20 anni soggetta ad allagamenti e alluvioni. Veri e propri fiumi d’acqua a invadere le strade, pozze alte fino a quasi due metri, tombini scoppiati e invasioni di topi in tutta la città. Ogni temporale per Cardito è potenzialmente un disastro.
Bastano pochi minuti per rendere la piazza della città una piscina a cielo aperto, e questo i cittadini lo sanno, stanchi del menefreghismo e dell’indifferenza delle istituzioni. È davvero possibile continuare a vivere in una simile condizione? È giusto che ad ogni temporale gli abitanti di Cardito debbano temere per la propria incolumità fisica? Eh si, perché oltre al pericolo di rimanere intrappolati nelle proprie autovetture (un pericolo non da poco), gli abitanti del centro storico vanno incontro ad altri rischi, di origine igienico-sanitaria.
Le abbondanti piogge, infatti, fanno sistematicamente saltare i tombini, provocando il riversamento in strada di acqua sporca e maleodorante proveniente direttamente dalle fogne cittadine. Quanto ancora dovranno aspettare i carditesi per non rischiare più, ad ogni temporale, di rimetterci le penne?