A parlare di Bruni è stato un pentito, secondo cui il corpo dell’uomo sarebbe sepolto tra gli abeti secolari, in Sila, in una località non meglio precisata. A dare l’informazione al al pm della DDA di Catanzaro Pierpaolo Bruni, secondo quanto riportato dalla Gazzetta del Sud, sarebbe stato un pentito, Pierluigi Terrazzano che avrebbe anche indicato i presunti mandanti
Sembra infatti che la misteriosa scomparsa di Luca Bruni potrebbe essere stata ordita da Francesco Presta ed Ettore Lanzino.
La dichiarazione di Terrazzano è stata allegata agli atti del processo Terminator.
La scomparsa di Bruni è dunque una lupara bianca?
Luca Bruni, scrive la Gazzetta del Sud, una passato travagliato segnato dal carcere– secondo quanto riferito dagli inquirenti e sostenuto anche dal pentito – aveva assunto la guida della consorteria dopo la morte in carcere per una gravissima malattia del fratello Michele che a sua volta era subentrato al vertice del clan, sebbene giovanissimo, dopo l’uccisione nel corso di un agguato, del padre Francesco, detto “Bella Bella” nel luglio del ‘99 mentre lasciava il carcere di Cosenza. Una reggenza forte, quella di Michele Bruni che aveva stretto alleanze con i casalesi, sancito una sorta di tregua con le cosche cosentine dopo anni di scontri. Reggenza passata poi al fratello Luca per solo un mese. Il trentaseienne infatti era uscito dal carcere il dieci dicembre del 2011 ed è scomparso il 3 gennaio del 2012. La sua auto è stata trovata regolarmente parcheggiata e chiusa tra Rende e Cosenza. Si sa che poco prima si era visto con alcuni vecchi amici, poi il buio totale. Di certo Bruni, che era molto sospettoso, prudente, perché sapeva di avere dei nemici e falsi amici che dopo la morte del fratello non gli avrebbero reso le cose facili, deve aver incontrato qualcuno di cui si fidava veramente che lo ha consegnato ai suoi assassini. Come accaduto a tanti boss e picciotti.
Gazzetta del Sud