Luca Carlevarijs

Da Aljo

Luca Carlevarijs (1663 – 1730), nasce ad Udine quando ancora gli ottomani guidati da Mehmet Köprülü marciavano su Vienna. A Venezia, quando muore a 67 anni, dall’Inghilterra soffiano di già i primi refoli dell’incipiente rivoluzione industriale; everything changes.

Fino all’inarrestabile manifestarsi del suo migliore allievo, l’abbagliante Canaletto, Carlevarijs, si colloca ai vertici del vedutismo veneziano.

Figlio d’arte, Carlevarijs era giunto sedicenne a Venezia. Il suo avvicinamento al vedutismo, si deve alla vicinanza con il famoso “battaglista” Johann Anton Eismann, maestro salisburghese ma veneziano d’adozione.

Portato ad una rigorosa impostazione prospettica, Carlevarijs mette in campo una precisa capacità testimoniale animata da un profondo affetto per la città.

Nel 1703, sotto il dogato di Alvise II Mocenigo, uno dei più tranquilli dell’intera storia della Serenissima, Carlevarijs pubblica un volume con oltre 100 incisioni (solo poche di sua mano) che riscuote un incredibile successo. L’opera dà conto della formidabile e peculiare valenza artistica della città lagunare, delle sue architetture che si riflettono nell’acqua luminosa dei canali, del suo giocoso impianto urbanistico e dei suoi monumenti.

Muore nei primi mesi del 1730,  in perfetta sintonia con una Venezia che, sotto la guida del suo centododicesimo doge Alvise III Sebastiano Mocenigo, vivacchia indifferente al mutare del mondo.

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