Li ho conosciuti grazie a un’amica comune, ma è bastata una telefonata via Skype per convincermi a raccontare la loro storia, una storia fatta di sogni, di fiducia e di viaggi in autostop in giro per l’Europa, ma hanno già in programma di allargare i loro orizzonti e confini.
QUANDO VIAGGIARE IN AUTOSTOP DIVENTA UNO STILE DI VITA
Luca e Lorenzo si conoscono a Parigi nel 2010, un po’ per caso, e in comune hanno la passione per i viaggi e per il teatro. Finiscono l’università e da lì iniziano la loro avventura, che li porta ad imparare diverse lingue (inglese, spagnolo, francese, tedesco e portoghese). Il primo viaggio, insieme, in autostop comincia a Tallin fino ad arrivare a Napoli, città natale di Luca, nel 2012, passando per Riga, Vilnius, Bialystok, Warsaw, Poznan, Berlin, Nurnberg, Stuttgart, Kontsanz, St. Gallen, Bellinzona, Milano, Roma.
Non si fermano qui.
Il 2013 è l’anno in cui viaggiare in autostop prende un significato ancora più importante, e Luca me lo spiega così: “abbiamo messo in pratica la nostra filosofia di vita: vivere viaggiando. Siamo partiti senza soldi in tasca e con gli spettacoli di strada, l’autostop e couchsurfing abbiamo vissuto mille avventure e abbiamo conosciuto l’umanità della gente. Tutti ci hanno sempre aiutato e anche per questo Liz, quando siamo nelle nostre case a Madrid, a Napoli, a Milano, a Parigi ovunque ci troviamo, diamo sempre ospitalità a tutte le persone che vengono, per condividere questa umanità.”
Parlando con Luca una domanda mi sorge spontanea: va bene che viaggiare in autostop riduce notevolmente i costi, ma qualche spesa, anche se basilare, c’è sempre, quindi come sopravvivere a 2, o più, mesi di viaggio? La risposta è semplice: con l’ingegno. Luca e Lorenzo sono appassionati di teatro e improvvisano spettacolini per le strade delle città che visitano per una mezzora/un’ora al giorno, arrivando a racimolare anche 60 euro al giorno, che bastano per vivere.
La passione per il teatro e la cinematografia trova sbocco in un concorso, a cui hanno deciso di partecipare con un cortometraggio di qualche minuto, promosso dall’European Voluntary Service, il Evs Film Festival 2014. Il video mostra la faccia divertente del viaggiare in autostop, i sorrisi, l’entusiasmo, i salti, ma soprattutto la filosofia di vita che hanno deciso di abbracciare.
(Potete votare il loro video fino all’8 Settembre 2014, cliccando nella V in alto a sinistra)
Perché Atlantis? Luca me lo spiega così “Tutto è nato perché spesso in giro si sente dire che con l’autostop non si fa tanta strada, noi invece vogliamo dimostrare che viaggiare in autostop apre moltissime porte e i confini non esistono, si può raggiungere qualunque parte del mondo, persino Atlantis. E poi Lorenzo stava leggendo un libro con quel titolo, ci sembrava azzeccato”
Il loro progetto non si fermerà al cortometraggio si cui sopra, ma è solo il primo tassello di un puzzle che ha del curioso e dell’inusuale, che, personalmente non vedo l’ora di scoprire. Viaggiare in autostop non è solo un modo per vedere il mondo in maniera low cost, è un vivere il viaggio nel vero senso della parola, è il brivido dell’avventura, la paura mista all’eccitazione dell’attesa, è un viaggio verso Atlantis.
Hitchhiking to Atlantis. Hitchhike in Europe and all around the world. Hitchhiking is not only a way to travel. Hitchhiking is a way to live. Trust the people, travel and love.