Luca Zingaretti è Adriano Olivetti nella fiction in prima visione tv stasera e domani su Rai 1
Creato il 28 ottobre 2013 da Nicoladki
@NicolaRaiano
“Io voglio che la Olivetti non sia solo una fabbrica, ma un modello, uno stile di vita. Voglio che produca libertà e bellezza perché saranno loro, libertà e bellezza, a dirci come essere felici”
Si può forse riassumere in questa frase, fulcro di un discorso appassionato ed esaltante, pronunciato da Adriano Olivetti davanti agli operai della sua fabbrica ad Ivrea, l’idea guida che ha condotto alla realizzazione di un film in due parti, per la regia di Michele Soavi, dedicato alla figura dell’industriale che portò, nel secondo dopoguerra, l’azienda italiana delle macchine da scrivere ad essere una delle più moderne e competitive anche in ambito internazionale.
Adriano Olivetti. La forza di un sogno, è la miniserie in due puntate per Rai 1, che la trasmette in prima serata lunedì 28 e martedì 29 ottobre, una coproduzione Rai Fiction e Casanova Multimedia con la collaborazione di Telecom Italia, Pirelli e con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte e della Fondazione Adriano Olivetti. Prodotto da Luca Barbareschi, il film racconta la vita dell’uomo che costruì il primo computer al mondo (grazie anche all’intuizione e al lavoro del figlio Roberto), ma che non smise mai di sognare un futuro diverso per il suo Paese e un’industria al servizio della comunità, fino alla sua inspiegabile morte, per infarto fulminante, su un treno per Losanna nel 1960, ad appena 59 anni.
Ad interpretare l’imprenditore illuminato di Ivrea, ingegnere, politico e uomo di cultura, è stato chiamato uno degli attori più amati dal pubblico, Luca Zingaretti, straordinario interprete di protagonisti della fiction Rai, da Perlasca a Borsellino, per non parlare di Montalbano, il commissario campione di ascolti.
Accanto a Zingaretti, un bel cast dà corpo alle donne e agli uomini, collaboratori, amici e nemici che circondarono la vita di Adriano Olivetti. Stefania Rocca è Karen Bates, l’aviatrice americana che il giovane industriale aveva salvato dai nazisti e che poi rincontrerà, ignorandone il ruolo di agente inviata in Italia dalla Cia per spiarlo, figura che nel film è vagamente romanzata. Massimo Poggio è il compagno d’infanzia Mauro Barale, che poi lo tradirà, passando alla concorrenza. Francesca Cavallin è la bellissima prima moglie Paola Levi, mentre Elena Radonicich è Grazia, la seconda importante donna della sua vita. Roberto Accornero veste i panni di Enrico Fermi e Francesco Pannofino quelli di Dalmasso, industriale del novarese acerrimo oppositore di Olivetti e delle sue idee progressiste. E, ancora, Domenico Diele, Antonella Bavaro, Bruno Armando, Vincenzo Alfieri, Yoon C. Joyce, Giulio Cristini, Serena Rossi. Alla regia Michele Soavi, che ha collaborato alla scrittura con gli autori del soggetto e della sceneggiatura Franco Bernini e Silvia Napolitano, e che ha apportato alla storia anche un contributo diretto e personalissimo, essendo il nipote di Olivetti, figlio della figlia Lidia.
Il film si apre nel 1960. Il calcolatore elettronico a transistor prodotto dalla Olivetti, il primo al mondo, sta per entrare in produzione e si prepara a sbarcare sui mercati americani. Adriano Olivetti è nel pieno della sua straordinaria avventura imprenditoriale. Ma la mattina del 27 febbraio questa avventura si arresta bruscamente: Adriano sale su un treno diretto in Svizzera e muore di infarto. Lascia dietro di sé una scia di domande, di dubbi, di rimpianti, ma anche un segno indelebile nella storia sociale, culturale e politica del nostro paese.
Da questo momento si torna come indietro nel tempo. Adriano ha solo dodici anni quando entra per la prima volta nell’azienda di famiglia. Alla morte del padre, dopo la Seconda Guerra Mondiale diventa il leader della Olivetti. La sua guida innovativa e ispirata destabilizza soci e imprenditori avversari, ma spesso anche operai e sindacalisti. L’andamento degli affari è più che positivo. La Lettera 22 diventa un simbolo dell’Italia nel mondo ed è esposta al MoMA di New York. I contrasti in famiglia crescono fino a costringerlo a lasciare la guida dell’azienda al fratello minore, Marcello. Fuori dalla fabbrica Adriano si dedica alla costituzione delle Comunità, piccoli centri rurali di solidarietà e produzione etica.
La scomparsa prematura del fratello lo induce a riprendere le redini dell’azienda. Con la giovanissima moglie Grazia al suo fianco, Adriano affronta il tradimento di Mauro, l’amico di sempre. Contro ogni parere, Adriano apre una fabbrica a Pozzuoli, nel sud depresso e bisognoso di lavoro. Ma l’odio dei nemici cresce, e l’Olivetti conosce momenti di difficoltà. Mentre l’innovativo progetto del calcolatore è già molto avanti, Adriano tratta l’acquisto dell’Underwood, società americana leader nel mercato delle macchine da scrivere. L’affare è già siglato quando si scopre trattarsi di una trappola. Ma improvvisamente Adriano muore, non riuscendo ad assistere alle fasi di ripresa della sua azienda e alla crescita della piccola amatissima Lalla, la figlia nata dopo il matrimonio con Grazia.
LE PUNTATE
Prima puntata
Adriano entra come apprendista alla Olivetti a dodici anni, costretto dal padre Camillo a conoscere la realtà della fabbrica che un giorno dovrà dirigere. L’esperienza è traumatica. E’ lì che nasce il suo desiderio di cambiare profondamente le condizioni di vita e di lavoro dei suoi operai ed è lì che stringe amicizia con Mauro, un coetaneo di famiglia operaia che gli resterà a fianco a lungo. Trent’anni dopo Adriano è già molto attivo nella direzione della fabbrica ed è spesso in conflitto con il padre Camillo, genitore ingombrante ma pieno di umanità. Siamo nel ’43 e tutti gli Olivetti, ebrei e antifascisti, sono in pericolo. Adriano si sta separando da Paola Levi, donna molto bella, intelligentissima e brillante, da cui ha avuto due figli, Roberto e Lidia, che ama profondamente. Paola, Roberto e Lidia si trasferiscono a Fiesole per mettersi al sicuro. Anche Adriano, dopo aver salvato la vita a Karen Bates, un capitano italo-americano del comando militare alleato, è costretto ad allontanarsi da Ivrea. Si rifugia in Svizzera. E lì mette a punto le sue idee su come riformare l’Italia, una costruzione teorica complessa e affascinante che sarà alla base della sua azione negli anni successivi. Camillo, prima della fine della guerra, muore. Nel ’45 Adriano torna a Ivrea e prende, dopo qualche resistenza, le redini della fabbrica. Fa un discorso appassionato ed esaltante, gli operai lo acclamano, Paola e i figli gli fanno sentire tutto il loro affetto.
Cominciano i grandi cambiamenti: Adriano amplia gli edifici della fabbrica e ridisegna gli spazi secondo criteri estetici di semplicità e di rigore, badando alla luce e alla bellezza degli ambienti. E poi dà aiuti concreti alle famiglie operaie, stremate dalla guerra e dalla mancanza di cibo, avvia la costruzione di un nuovo edificio dei servizi sociali, decide di assumere molti nuovi operai. Adriano mostra una gran sicurezza nelle scelte e sempre di più si delineano i suoi obiettivi: garantire condizioni di lavoro ottimali, ridurre l’orario di lavoro, dotare la fabbrica di tutto quello che può arricchire la cultura e la vita degli operai, dalla biblioteca al cinema, dall’asilo per i figli a un’infermeria molto efficiente. Ma ci sono dei malumori in famiglia: alcuni sono molto critici sulle scelte di Adriano che favorirebbe gli interessi degli operai rispetto a quelli della famiglia. Anche Mauro ritiene che Adriano stia commettendo degli errori: accentra le decisioni, non ascolta i consigli di nessuno e fa troppe cose insieme, difetto che il padre Camillo gli rimproverava spesso. Chi gli sta sempre accanto è Paola, che, nonostante la separazione, lo incontra appena può e gli fa sentire tutto il suo affetto. Paola ha un altro uomo, Adriano lo sa e ne soffre. Ma non ha molto tempo per pensarci, la fabbrica e i suoi progetti gli assorbono tutte le energie. Assume Teresa, una ragazza madre, nonostante abbia rubato il portafogli a un operaio. La ragazza ha commesso il furto per la disperazione di non poter dare da mangiare a sua figlia, ma Adriano ne intuisce le capacità umane e professionali. Teresa diventa presto una bravissima grafica e si innamora di Libero, un giovane e geniale tecnico che Adriano strappa a Dalmasso, industriale antagonista nel Novarese, che farà una feroce battaglia contro Adriano e le sue idee. Con Libero Adriano progetta la nuova portatile della Olivetti, la Lettera 22, destinata a un successo clamoroso. Nella vita di Adriano ricompare all’improvviso Karen Bates: la donna gli racconta di aver abbandonato l’esercito e di essere tornata in Italia per fare un libro fotografico. Lui le commissiona prima un reportage sui nuovi servizi sociali della Olivetti, poi un documentario sulle condizioni del Sud. In realtà Karen è stata incaricata dall’Intelligence statunitense di sorvegliare Adriano: le idee e i progetti dell’ingegnere preoccupano gli americani, che non capiscono fino in fondo i suoi reali obiettivi comunitari. Adriano non si accontenta, infatti, di fare della Olivetti la fabbrica più avanzata e più attenta alle esigenze dei lavoratori, né di produrre le macchine da scrivere più belle e più funzionanti, né di avere altissimi livelli di produttività. L’obiettivo di Adriano è intervenire nella società. Collegare la fabbrica al territorio. Costruire un modello produttivo, sociale e politico ed esportarlo anche nelle campagne. Per farlo sceglie il Canavese, territorio che conosce bene e che potrebbe essere la culla ideale dei suoi esperimenti. Quando i malumori in famiglia si fanno troppo evidenti, Adriano decide di lasciare la direzione della fabbrica al fratello Marcello e di trasferirsi nel Canavese: proverà a costruire la sua prima Comunità. Ed è sempre lì che incontrerà finalmente la donna che lo farà innamorare una seconda volta: è Grazia, una ragazza molto più giovane di lui, semplice e luminosa, che ricambia con passione il suo amore. Dopo la morte improvvisa di Marcello per un infarto, ai funerali del fratello la famiglia chiede ad Adriano di tornare a Ivrea, al comando della fabbrica. Adriano è diviso, e dovrà decidere se riprendere in mano l’azienda o continuare a occuparsi del Movimento Comunità.
Seconda puntata
Adriano decide di tornare alla guida dell’azienda, ma non rinuncia al Movimento Comunità: le due cose sono per lui indissolubilmente legate e fanno parte del grande progetto di cambiamento della società che Adriano persegue da anni. Con il suo ritorno alla direzione della fabbrica i risultati si vedono subito, la produttività risale e il territorio inizia a interagire con l’azienda. Ma per Adriano le cose non vanno altrettanto bene sul piano sentimentale: la sua storia d’amore con Grazia incontra molti ostacoli, il padre della ragazza le ha proibito di incontrarlo e lei non ce la fa a disobbedirgli. Chiede ad Adriano di dimenticarla, lui si rifiuta, non vuole rinunciare a lei, non è mai stato così sicuro del suo amore. Anche Libero e Teresa sembrano destinati a lasciarsi: Libero sta per sposare la sua fidanzata di sempre e Teresa trova in Adriano un confidente, un amico che vive le sue stesse difficoltà. Solo un attimo prima di arrivare all’altare Libero riesce a fare la sua scelta e torna tra le braccia del suo vero amore, Teresa. E per Adriano, forse, è un auspicio. Ma, intanto, lo aspetta una scoperta dolorosa: Mauro, l’amico di una vita, da sempre molto critico sulla gestione della fabbrica, passa alla concorrenza. Si vende a Dalmasso, il suo nemico. Per Adriano è un colpo durissimo. Si ammala. Il suo fisico reagisce così alla fatica e alle delusioni. Ma la malattia ha un risvolto molto positivo: Grazia apprende la notizia e abbandona ogni indugio. Disobbedisce agli ordini del padre e si trasferisce a casa di Adriano per accudirlo. Tra il padre e Adriano, ha scelto Adriano. I due si sposano, un anno dopo nasce Lalla. Per Adriano è l’avverarsi di un sogno.
Sotto la guida sicura di Adriano, la Olivetti diventa la prima produttrice europea di macchine per ufficio, la prima al mondo per macchine da calcolo. Anche il Movimento Comunità si espande in tutta Italia. L’Intelligence statunitense continua a sorvegliare Adriano, sempre più allarmata dalla sua avanzatissima politica sociale e soprattutto dai progressi della ricerca sul calcolatore elettronico, che ha per gli USA un valore strategico e grandi implicazioni militari. Alla divisione elettronica arriva a lavorare il figlio di Adriano, Roberto, che si rivela appassionato e testardo come il padre. Intanto Adriano pensa all’apertura di una fabbrica al Sud. E’ convinto che sia nel Meridione il vero capitale umano del paese e vuole esportare in quella terra il suo modello di fabbrica e di organizzazione sociale. Il documentario che Karen Bates gli conferma le sue convinzioni. Ma per realizzare la fabbrica Adriano dovrà scontrarsi con il suo vecchio amico Mauro, che Dalmasso ha fatto diventare deputato e quindi erogatore di finanziamenti statali. E’ scontro tra i due, di nuovo. Adriano rifiuta i ricatti della politica e decide di battere l’avversario sul suo stesso terreno: si presenta alle elezioni politiche con il Movimento Comunità, convinto di poter intercettare il bisogno di rinnovamento che c’è nel paese. Tutto questo fervore viene seguito con attenzione dall’Intelligence americana, ma Karen Bates, vedendo Adriano all’opera, seguendolo da vicino, comincia a subire il fascino delle sue idee e dei suoi progetti. La campagna elettorale non porta al risultato sperato: il Movimento Comunità riesce a mandare in Parlamento un solo deputato, Adriano. Anche da solo, l’ingegnere continua la sua lotta politica, incurante della fatica, con la stessa energia che dispiega in fabbrica.
Intanto la divisione elettronica della Olivetti realizza finalmente un prototipo di calcolatore a transistor, il primo al mondo, che viene ribattezzato ELEA. L’azienda di Ivrea si pone così all’avanguardia nel mondo e supera gli stessi giganti statunitensi del settore. Adriano capisce subito che la lotta con le multinazionali statunitensi sarà da ora in poi senza esclusione di colpi. Per potersi battere ad armi pari, Adriano concepisce un piano audace: acquistare la Underwood, un colosso statunitense delle macchine da scrivere, un mito per suo padre Camillo, in modo da potersi espandere sul mercato USA e competere sullo stesso piano con i rivali. Ci riesce, anche se l’acquisizione lo fa finire in una trappola: la Underwood ha infatti diversi milioni di dollari di debito e la Olivetti si ritrova in difficoltà. Ma Adriano, apparentemente indomabile, riesce ad assorbire il colpo e a progettare la risposta. L’Intelligence rimuove Karen Bates, della cui fedeltà comincia a dubitare, e affida la responsabilità della sorveglianza a un altro agente. Che segue l’ingegnere mentre sta andando a Zurigo per rastrellare capitali per la riscossa finanziaria e sale sullo stesso vagone. Durante il viaggio Adriano muore, stroncato da un infarto fulminante. Nel giro di pochi anni l’opera generosa di Adriano andrà dispersa, e la divisione elettronica della Olivetti verrà venduta alla General Electric. Ma il sogno di Adriano continuerà a vivere nel lavoro dei suoi successori.
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