Lucca Comics & Games è morto

Creato il 05 novembre 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Un’altra edizione di Lucca Comics & Games alle spalle, l’ennesimo anno di crescita come offerta di proposte, ospiti, incontri, l’ennesimo anno di crescita di pubblico e visitatori. I numeri che riassumono questo evento, unico nel panorama italiano ma che ormai ha ben pochi emuli a livello mondiale, sono chiari e lapidari:

  • 240 mila visitatori paganti
  • una stima di 400.000 persone presenti a Lucca per il festival
  • 900 giornalisti e addetti stampa
  • oltre 700 stand tra editori, autori, negozi
  • oltre 500 eventi, incontri, workshop

Eppure c’è sempre qualche lamentela: sulla troppa folla – peraltro gestita quest’anno in maniera più intelligente che in passato, un’ottima base su cui fare qualche piccolo intervento migliorativi – sui troppi cosplayer, sul troppo “non fumetto”.

Queste critiche sono legittime. O meglio lo sarebbero se questa “Lucca Comics & Games” fosse quella “Lucca Comics & Games”, quella storica, quella del Palazzetto dello Sport e della tendopoli umida dal clima subtropicale. E non lo è più.
Non è tanto il miglioramento di strutture e infastrutture che la rende diversa. E’ che Lucca non può più essere considerata “solo” una mostra mercato del fumetto e del gioco. Non lo è più, ma si sta evolvendo in maniera intelligente, mirata e, numeri alla mano, efficace in un festival a tutto tondo dell’intrattenimento di genere.

Per quanto ne dicano i criticoni di professione, il fumetto resta uno degli asset principali. Stiamo parlando della fiera con più editori e più espositori, dove si presentano più uscite e si annunciano i piani editoriali dell’anno a venire. Di una fiera che quest’anno ospitava. tra i tanti e citando solo autori stranieri, Robert Crumb, Gilbert Shelton, Mike Deodato Jr., Masakazu Katsura, Bryan Lee O’Malley e Brian K. Vaughan.

Ma tutto il resto è una continua evoluzione, più che la “rivoluzione” che dava il titolo a questa edizione. Evoluzione perché non si parla di uno strappo con il passato, ma di comprendere il proprio pubblico e offrirgli quello che può essere identificato come substrato comune a tanti lettori, o che rientra, come fascinazione e immaginario, in un percorso tangente al fumetto.

Lo stesso allargamento ai “Games”, che nessuno mette ormai in dubbio, nacque proprio per aver riscontrato come una buona fetta di lettori fosse interessata ai giochi di ruolo e al modellismo. Col tempo, a questo aspetto ludico si è affiancato, ed è stato probabilmente superato quanto a interesse, l’aspetto videoludico.

Oggi a fianco di fumetti, giochi e videogiochi, la presenza di serial televisivi e cinema è sempre più importante. Ed è una evoluzione naturale e necessaria, nell’ottica che sta seguendo LC&G. Film e serie TV stanno diventando sempre più una presenza costante dell’immaginario di genere, allo stesso tempo derivativa (cinecomics, serie tv Marvel/DC) e d’ispirazione (nuovi formati e nuovi stili che stanno contaminando il fumetto).
Allo stesso tempo sono argomenti aperti al grande pubblico più del fumetto. Forse non porteranno nuovi lettori, ma aumentano l’humus di cui Lucca può nutrirsi e che può dare forza ulteriore a tutta la proposta, fumetto compreso.
E’ il percorso compiuto coi cosplayer, sempre meno invasori e sempre più presenza necessaria al festival, sottofondo colorato e allegro che diventa attrazione per tanti visitatori.

Con queste premesse non mi stupirei di vedere ancor maggior spazio per la letteratura, comunque già presente da anni con romanzi e serie di genere, anch’essa ormai spesso intrecciata al cinema e magari di riflesso al fumetto.

In questo, le future prospettive di un Sergio Bonelli Editore impegnato, direttamente o indirettamente, con libri (la neonata saga letteraria di Dragonero), videogiochi, cinema e programmi televisivi, potrebbero portare in caso di buoni risultati a un circolo virtuoso capace di coinvolgere altre realtà italiane.

Questa prospettiva apre a ipotesi forse un poco azzardate, all’evoluzione di un sistema del fumetto italiano che guarda agli esempi francesi, giapponesi e naturalmente americani, basato su uno sfruttamento a tutto tondo di personaggi e idee. Un sistema che avrebbe già in Lucca Comics & Games un festival importante, imponente e con tutte le carte in regola per diventare diretto protagonista di questo eventuale scenario futuro.

Non mi stupirei per questo di vedere in un futuro non tanto lontano, sparire l’attuale denominazione “Comics & Games“, già ristretta rispetto alla descrizione ufficiale di “Festival del fumetto, del cinema d’animazione, dell’illustrazione e del gioco“. Magari per far posto a un Lucca Entertainment Festival“.

Lucca Comics & Games è morto. Lunga vita a Lucca Comics & Games.


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