Lucio Dalla: un anno senza la sua voce

Creato il 01 marzo 2013 da Coralriff @coralriff

Il grande cantautore riletto attraverso i testi dei suoi capolavori

1 marzo 2013

     ’Se io fossi un angelo chissà cosa farei. Era il 1985 e un Lucio Dalla all’apice del successo conquistava il disco di platino. A un anno dalla sua morte, viene da chiedersi chissà che cosa starà facendo adesso. Chissà Cosa sarà, ma soprattutto, dove sarà.  Forse starà volando sul cielo di Milano, quella ‘Milano ogni volta che mi tocca di venire, mi prendi allo stomaco, mi fai morire’, o forse sarà ancora più in alto, insieme a Le Rondini, entrando ‘dentro i fili di una radio e mescolandosi con l’odore del caffè’.

     Lucio Dalla era un poeta, un artista completo. I suoi testi graffianti scavano l’anima, riuscivano a scalfire i sentimenti con un lirismo unico e delicato. Ma Lucio era prima di tutto un esploratore della musica, nato jazzista ha attraversato il beat degli esordi giungendo fino all’elettronica degli ultimi tempi. Ha fatto incursioni nell’opera lirica, come quando scrisse Tosca Amore Disperato, ispirata liberamente alla Tosca di Puccini.

Eppure, il suo primo album 1999, passò quasi inosservato, così come il secondo Terra di Gaibola che conteneva Occhi di ragazza, scritta da Lucio, ma portata al successo dall’amico Gianni Morandi. Nato il 4/3/1943 in una Bologna ancora torturata dalla guerra, resterà orfano, evento che lo segnerà nel profondo e che sarà citato nel testo di Come è profondo il mare. Lucio era un uomo che correva ed inseguiva i sogni come se fossero tante nuvole dipinte su ne Il Cielo, liberando le emozioni, perché ‘si perde il pensiero quando guardo il cielo’.

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