In questa prospettiva, aggiunge Ribaudo, la corruzione è quindi più elevata quando, in un contesto ad alta “opacità”, i controlli sono scarsi e non vi è un’elevata probabilità di incorrere nelle sanzioni previste (ancorché in numero elevatissimo) dall’ordinamento giuridico.
Una seria politica di contrasto all’illegalità negli appalti, continua Ribaudo, dovrebbero richiedere non già l’adozione di nuove ed ulteriori normative ma, piuttosto una seria ed efficace implementazione delle misure già vigenti, e ciò sia effettuando maggiori controlli, affidati a soggetti esterni le municipalità o abbassando il limite degli importi oggetto di gare, sia prestando una più viva attenzione alle effettive dinamiche che caratterizzano l’affidamento e l’esecuzione delle commesse pubbliche ancorché riguardino operazioni cosiddette “umanitarie” quanto possono essere quelle riferite ai clandestini.