Ludwigsburger Schlossfestspiele 2014 – Celtic Baroque

Creato il 16 giugno 2014 da Gianguido Mussomeli @mozart200657

Il Ludwigsburger Schlossfestspiele, fondato nel 1932, è una delle rassegne musicali tedesche più antiche e rinomate. Ogni anno tra la metà di maggio e la fine di luglio, il programma prevede una sessantina di serate sinfoniche, solistiche e cameristiche, oltre che teatrali e di jazz, con la presenza di interpreti di altissimo livello internazionale. La maggior parte degli appuntamenti si tengono nella splendida cornice del Residenzschloss, uno dei capolavori dell’ architettura barocca tedesca, costruito tra il 1704 e il 1733 per iniziativa del Duca Eberhard Ludwig von Württemberg, su un progetto iniziale ideato da Johann Friedrich Nette e successivamente ampliato dall’ architetto italiano Donato Giuseppe Frisoni, che per la concezione di insieme si ispirò allo stile della Reggia di Versailles e vi aggiunse i giardini del Blühendes Barock, con giochi d’ acqua e grotte e successivamente si occupò della ristrutturazione complessiva del centro storico di Ludwigsburg. Oggi il Residenzschloss, oltre ad ospitare gran parte delle serate del festival e di varie altre manifestazioni culturali, è uno de monumenti più visitati dai turisti, che arrivano da tutta la Germania e dall’ estero per ammirare le stupende decorazioni interne, il museo delle porcellane antiche, quello della moda e la collezione di quadri settecenteschi proveniente dalla Staatsgallerie Stuttgart. Di solito, i concerti si tengono nel teatro barocco interno e nella stupenda Ordenssaal, di cui propongo un’ immagine.

Foto ©Marco Bergner

Tra i diversi appuntamenti interessanti del cartellone di quest’ anno, mi ero ripromesso di non perdere la serata “Celtic Baroque”, sia per il programma davvero stimolante che per la presenza di Dorothee Oberlinger, oggi considerata la migliore virtuosa di flauto dolce dai tempi del grande Frans Brüggen. Ho ascoltato diverse volte la flautista di Aachen insieme ai miei carissimi amici dei Sonatori de la Gioiosa Marca, un gruppo col quale la Oberlinger collabora da anni e ha inciso anche diversi CD, l’ ultimo dei quali, intitolato “Flauto Veneziano”, è stato insignito lo scorso anno del prestigioso premio ECHO Klassik. Per il concerto a Ludwigsburg, la Oberlinger ha riunito un ensemble composto da tre viole da gamba (Vittorio Ghielmi, Cristiano Contadin e Christoph Urbanetz). da Fabio Biale che suonava il fiddle e il Bhodrán, un tamburo a cornice di origine irlandese, da Johanna Seitz all’ arpa barocca e da Fabio Rinaudo, virtuoso di bagpipe nelle due varianti fondamentali conosciute in Europa occidentale, la blown pipe a fiato e la bellow pipe alimentata a mantice.

Il programma era fondamentalmente imperniato su musiche britanniche del periodo elisabettiano e stuartiano, sia di autori inglesi ben noti come John Adson, Henry Purcell, Matthew Locke e Tobias Hume, che di danze popolari irlandesi e scozzesi come “The Reel of Tulloch”, melodia delle Highland trascritta dal compositore e violoncellista scozzese James Oswald., “The Irish Ho Hoane” proveniente dalla celebre raccolta “The Fitzwilliam Viriginal Book”e altri brani tratti da celebri raccolte di melodie di danza popolare del XVII secolo come “The Division of Violin” e “English Dancing Master”, pubblicata dall’ editore John Playford nel 1651 e che raccoglie circa 900 esempi di Country Dance, danze di origine rurale che già ai tempi della regina Elisabetta I erano diventate di moda negli ambienti della nobiltà e che, dopo essere state sottoposte a censura da Cronwell, conobbero una straordinaria popolarità ai tempi di Carlo II, che danzava queste melodie durante i balli di corte a Whitehall, come testimoniato da Samuel Pepys nel suo diario. Musiche coinvolgenti, ricche di fascino melodico e di soluzioni ritmiche e armoniche interessantissime e che stupiscono per la loro originalità. Tra l’ altro, “The Duke of Norfolk”, posto a conclusione della prima parte, è basato su una linea armonica che cita quasi alla lettera la celebre progressione accordale del motivo “Folies d’ Espagne”, utilizzata nel corso dei secoli da più di 150 compositori.

Stupenda nel complesso l’ esecuzione per la perfetta intesa dell’ ensemble e la ricchezza di timbri, colori e soluzioni ritmiche esibite da tutti i musicisti del complesso. Dorothee Oberlinger ha dato un’ ulteriore prova della sua altissima classe di strumentista, sciorinando tutti gli aspetti del virtuosismo strumentale che l’ ha resa famosa. Splendidamente sostenuta da un ensemble di altissimo livello come bellezza di suono e perfezione stilistica, la Oberlinger ha incantato il pubblico per la bellezza e raffinatezza del fraseggio, oltre che per la spettacolarità delle soluzioni tecniche, in una serata davvero interessante e coinvolgente per la bellissima qualità delle musiche e l’ espressività coinvolgente degli strumentisti. Un concerto originale e riuscitissimo, salutato da un grande successo di pubblico.