L’assessore comunale alle Politiche sociali, Marco Sorbara, dell’intercettazione della sua telefonata con Roberto Raffa (già condannato per estorsione e già arrestato per spaccio e identificato come il “basista” aostano dei facchineri) non ne sa niente. Sorbara non si dice sereno, come generalmente dichiarano i politici in imbarazzo, ma dichiara la sua irritabilità per la tempistica: un mese dalle elezioni! Dunque il nostro politico unionista che offre un lavoretto a un personaggio scomodo, che “lascia un po’ parlare la gente e poi rifacciamo di nuovo…“, che si preoccupa di fornigli il numero del cellulare, quello sempre acceso… della gravità della telefonata non si fa cruccio, si inquieta invece perché la sua amicizia è venuta alla ribalta sotto il riflettore elettorale. Insomma la pubblicazione della intercettazione la subisce come un danno alla propria immagine. Un dispetto. Questa reazione è la conferma di una normalità del fare. Di un modo ormai storicizzato di usare la politica per creare consenso. Se Sorbara sarà eletto in Regione vorrà dire che la mentalità clientelare del dare per avere è così profondamente radicata nel nostro territorio da uccidere ogni illusione di un cambiamento profondo della politica. Allora non ci resterà che la magistratura.