Lui è Zlatan. E voi no.

Creato il 03 ottobre 2011 da Vivalafifa @WlaFifa

Io sono Zlatan. E voi chi cazzo siete? (rivolto ai compagni dell’Ajax, il primo giorno di allenamento)

Quel che Carew fa con un pallone, io lo faccio con una arancia (rispondendo così alle critiche del giocatore norvegese)

Perchè ho dei tagli sul viso? Non so, dovresti chiedere a tua moglie (intervista rilasciata durante Euro 2004)

Come ho fatto a dribblarlo? Semplice, sono andato a sinistra, lui pure, sono andato a destra, lui pure, sono andato a sinistra e lui è andato a prendersi un hot dog (parlando del difensore svizzero Henchoz)

Non possiamo certo dire che basterebbero queste sue frasi per fare un post su Zlatan Ibrahimovic. Però aiutano ad inquadrare il personaggio. Irascibile, provocatore ma grande, grandissimo talento. Con un cruccio: vincere la Champions. Oggi 3 ottobre Zlatan Ibrahimovic compie 30 anni.

Figlio di immigrati (papà bosniaco, mamma croata), Zlatan Ibrahimovic nasce a Malmoe, in Svezia, dove muove i primi passi da giocatore. Dopo i campi di periferia a correre dietro al pallone assieme ad altri figli di immigrati, approda nel Balkan, squadra svedese fondata da jugoslavi emigrati a Malmoe. La leggenda vuole che, giocando con ragazzi di due anni più grandi di lui, una volta entrò in campo con la sua squadra sotto di 4 gol: ne segnerà otto. Arriva a 13 anni nel Malmo, quindi la grande occasione nell’Ajax, una delle squadre simbolo del calcio-totale olandese nato negli anni Settanta, quando i ‘lancieri’ di Amsterdam vinsero 3 Coppe Campioni di fila. La squadra che fu di Johann Cruijff lo acquista per quasi 9 milioni di euro: è l’acquisto più costoso della storia del club.

In Olanda vince tutti i trofei nazionali: due campionati, una coppa d’Olanda e una Supercoppa, segnando 46 partite in 106 gol. Se già prima di approdare ad Amsterdam aveva attirato l’attenzione di grandi club come Juventus, Arsenal e Roma, sono i bianconeri di Torino ad assicurarsi le prestazioni di uno degli attaccanti più promettenti del panorama europeo. Luciano Moggi conduce l’operazione che porta ‘Ibra’ sotto la Mole per 19 milioni di euro. Con Fabio Capello in panchina reduce dai fasti Roma (uno scudetto e una Supercoppa con i giallorossi), lo svedese segna all’esordio con il Brescia e a fine stagione conquista il 28° scudetto dell’era bianconera, che come il seguente verrà revocato dopo ‘Moggiopoli’.

La prima stagione di Ibra in maglia bianconera è fatta di grandi prestazioni (35 presenze e 16 gol, inclusa una tripletta al Lecce). Alcuni comportamenti del giocatore lo mettono però in cattiva luce, come la testata al serbo Sinisa Mihajlovic durante un match contro l’Inter. La seconda stagione con la Juventus è meno prolifica (10 gol), ma è ricordata per il gol all’Olimpico contro la Roma, quando su lancio di Emerson raccoglie il pallone di tacco e sega colpendo il pallone con la parte esterna del piede destro. Alla fine di quella stagione la Juve è retrocessa in serie B per lo scandalo delle intercettazioni che vedrebbero il dirigente juventino Moggi al centro di un sistema costruito per influenzare il calcio italiano. Il secondo scudetto revocato va, tra mille polemiche, all’Inter. E con lui, a Milano, dagli odiatissimi interisti finisce pure Zlatan. Mentre i tifosi bianconeri insultano Zlatan dandogli dello ‘zingaro’, lui firma un contratto da 12 milioni di euro l’anno che lo fa diventare il giocatore più pagato al mondo. Nella sua prima conferenza stampa da nerazzurro, esordisce così:

“Da piccolo tifavo per l’Inter. [...] Sono arrivato in una squadra molto forte, il mio futuro è qua. [...] Sono stato molto professionale, ho rispettato il mio contratto ma alla fine si è presentata questa occasione e siamo rimasti tutti contenti, io, l’Inter e anche la Juve. Questo è il calcio, dovevo pensare al mio futuro e il mio futuro è qui. Mi dispiace per i tifosi juventini, ma la vita continua”.

Tre anni all’Inter: 88 presenze e 57 gol, 3 scudetti. Ma niente Champions, che comincia a diventare un’ossessione. Nell’ultima partita in casa della stagione 2008-2009, contro la Lazio, segna e rivolge un gestaccio alla curva dell’Inter. E’ il modo di Zlatan di salutare i nerazzurri ed andarsene al Barcellonafresco campione d’Europa. Ormai l’obiettivo dello svedese è la ‘Coppa dalle grandi orecchie’.

All’epoca del trasferimento, si disse anche che era stato voluto dal colosso d’abbigliamento sportivo Nike, che per replicare al trasferimento del Pallone d’oro Kakà al Real Madrid (targato Adidas) aveva bisogno di controbilanciare la guerra sul mercato spagnolo dirottando ai nemici storici del Real una grande stella. Una scelta non da poco. Basti pensare che nel 2009la Nike, alla voce ‘Costi per creare domanda’ ha speso 1,7 miliardi euro, ovvero il 12% di un fatturato che ammontava a 14,6 miliardi di euro. Qui però, nonostante a fine anno arrivi la vittoria in campionato, ha grosse difficoltà di inserimento nel disegno tattico del tecnico Guardiola e, ironia della sorte, a Zlatanla Championssfugge in semifinale. Contro l’Inter. I nerazzurri vinceranno la competizione e Ibra, per una sorta di nemesi, a fine anno approderà al Milan. Lo scorso anno è arrivato lo scudetto e la Champions è andata proprio al Barcellona.

Da quando è approdato alla Juve, Ibra a fine anno ha sempre vinto il campionato: con quello dell’ultima stagione, sono7 in tutto. Ancora è presto per dire se arriverà l’ottavo, benché il Milan in campionato non sia partito bene. In Champions, il Milan ha pescato nel girone eliminatorio il Barcellona. Non sappiamo cosa avrà pensato Ibra. Ma possiamo immaginarlo.