Lo strafavorito è Hollande, che anche visivamente un po’ assomiglia a Walter Veltroni. Quello per lui sarebbe il “voto utile”, nell’ottica della sfida con Nicolas Sarkozy il prossimo aprile. Significativa una foto apparsa qualche minuto fa su Liberation: una spilletta di un simpatizzante Ps con la sua faccia in stile manifesto pro Obama e lo slogan, tutt’altro che trascinante, maybe we could.
Il principale argomento di Martine Aubry, attuale segretario del partito e sindaco di Lille è “on ne pourrait pas battre la droite dure avec la gauche molle“. Ovvero, fuor di metafora e “italianizzando” la stuazione: la strategia à la Veltroni (appunto) non ci farà vincere. E quindi: smarchiamoci più nettamente da Sarkò e le sue politiche. Alcune differenze di programma tra i due: il primo propone una riduzione dell’elettricità prodotta dal nucleare; la seconda rivendica la sua opposizione al nucleare da 35 anni; il primo punta sul contrat de generation per favorire l’aoccupazione giovanile; la seconda vuole creare 300.000 posti di lavoro grazie ai “mestieri del futuro” e su di una riconversione verde dell’economia. Si sono scontrati anche su Hadopi, e anche in quel caso Aubry si è dimostrata più determinata nel voler abrogare la legge.
Una buona affarmazione potrebbe averla il candidato più a sinistra, Arnaud Monteburg, e sarà significativo capire quanti consensi raccoglieranno le sue proposte di nazionalizzare le banche e di tutelare l’economia europea con delle nuove forme di protezionismo. Le comparse sono il candidato più a destra, Manuel Valls e il leader dei radicali di sinistra Jean Michel Baylet.
Mentre scrivo il Ps ha annunciato di aver superato il milione di votanti. Nell’ottica della sfida decisiva dell’anno prossimo, l’alta affluenza non deve comunque far ben sperare. L’esempio italiano è lì a ricordarcelo.