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Luigi De Pascalis, Rosso Velabro. Delitti e magia nella Roma del IV secolo, La lepre

Creato il 11 novembre 2010 da Atlantidelibri

La Roma in piena decadenza del quarto secolo dopo Cristo, ormai in procinto di essere surclassata da Costantinopoli, nuovo faro della civiltà, un magistrato ancora fedele ai culti pagani, un complotto forse ordito dai cristiani, un delitto. Sono gli elementi di un affascinante  e denso romanzo storico, ben combinati con ottimi squarci sulla vita di una città in cui il religioso era ben presente nel quotidiana, una metropoli multietnica e zeppa di culti diversi, sporca e corrotta.

La prima stesura dell’opera risale al 1985, per essere poi pubblicata molto tempo dopo nel 2003 da Irradiazioni, e che può aspirare ora ad una platea molto più ampia grazie al nuovo editore e al grande interesse per il genere, il thriller storico!

Luigi De Pascalis,
Rosso Velabro. Delitti e magia nella Roma del IV secolo, La lepre

Roma, primavera dell’anno 363 d.C. L’Impero è al tramonto.
Treviri e la Nuova Roma di Costantino contendono all’Urbe il ruolo e il prestigio di capitale, i germani premono alle frontiere, i cristiani ambiscono all’amministrazione dello Stato mentre l’imperatore Giuliano conduce una difficile guerra contro i persiani.
Nell’arena dell’Anfiteatro Flavio l’invincibile gladiatore Armodio si lascia uccidere da un misterioso avversario. Poco dopo, in un cubiculum del teatro di Marcello viene assassinata la bella Domizia, moglie del prefetto dell’Urbe Lavinio Regolo il quale, durante una cerimonia d’iniziazione mitraica, è irrorato dal sangue sacrilego di una vittima umana anziché da quello salvifico di un toro.
La difficile indagine è affidata all’edile Caio Celso e al suo braccio destro, Alipio, che ben presto si troveranno al centro di un intrigo politico-religioso volto a sostituire l’imperatore Giuliano e creare una nuova classe dirigente filo-cristiana.
Lo scontro, sul piano fisico e metafisico, è fra dèi superni e dèi inferi, fra paganesimo e cristianesimo, tra uomini e dèi. Un giallo avvincente e sui generis, una trama che si dipana con perizia e coraggio tra poliziesco e narrativa fantastica.
Impossibile non scorgere alcune inquietanti analogie tra la Roma del IV secolo e il mondo moderno…

Luigi De Pascalis è stato il primo scrittore italiano di genere fantasy a essere tradotto negli Stati Uniti, entrando nella storica antologia curata da Lyon Sprague De Camp nel 1967, che gettò le basi del genere. È stato definito “un Tolkien mediterraneo”. La sua formazione è tortuosa: ha studiato Medicina, si è laureato in Scienze Politiche, dopodiché ha fatto i più svariati mestieri, tra cui il pittore.  A New York è protetto dal grande critico d’arte Harold Rosenberg, a Firenze è allievo di Ragghianti, a Milano conosce Flavio Caroli che si innamora della sua pittura. Nel frattempo scrive. Vince due volte il Premio Italia per la letteratura fantastica ed è finalista al Premio Camaiore per la letteratura gialla.



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