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Luigi Musini, la "questione romana" e il conflitto tra l'Italia e lo Stato pontificio.

Creato il 18 marzo 2014 da Bernardrieux @pierrebarilli1

Scalone d'ingresso 
Museo del Risorgimento
 Fidenza Palazzo Orsoline

 Nel 1861, dopo le guerre contro gli Austriaci e conclusa la spedizione di Garibaldi in Sicilia, termina il lungo periodo di lotta politica e militare che conduce l’Italia all’unificazione. Il 17 marzo di quell’anno a Torino viene proclamata l’unità nazionale e la città diventa la prima capitale d’Italia.
Durante il Risorgimento aveva accolto tutti gli esuli che, giunti da ogni parte della penisola, avevano maturato una comune aspirazione unitaria e qui era stata elaborata la strategia politica che avrebbe portato all’unificazione.

Il manifesto del Museo del Risorgimento

La nuova storia dell’Italia, indipendente e unita, parte quindi da Torino il 17 marzo di un secolo e mezzo fa.
La città resta capitale per quattro anni, fino al 1865, quando la centralità del governo del Regno si sposta a Firenze. 
Roma, ancora in mano, con l'aiuto dei francesi, al potere pontificio, rimane il punto d'arrivo, ultima meta necessaria per definire compiutamente l'unità nazionale.L'idea di tentare una conciliazione con il Papa deve fare i conti con la rigorosa intransigenza del potere temporale clericale, arroccato negli 80 principi di condanna dei principali <<errori del secolo>> enunciati in un apposito elenco (Sillabo), pubblicato l'8 dicembre del 1864. Non bastando la politica, Garibaldi si convince che occorre marciare in armi contro lo Stato pontificio e si organizza. L'azione di Garibaldi era tale da esporre direttamente il governo italiano alle reazioni francesi che non mancarono, costringendo il presidente del consiglio, Urbano Rattazzi, ad intervenire. Il 24 settembre 1867 Garibaldi veniva arrestato e spedito a Caprera sotto stretta sorveglianza. Non bastò: il 19 ottobre Garibaldi fuggi. Postosi alla testa di alcune migliaia di volontari marciò su Roma dove tentò di attuare un piano di rivolta che fallì. Da qui gli episodi di Villa Glori (23 ottobre) e Mentana (3 novembre). Ripassato il confine dello Stato pontificio, Garibaldi fu nuovamente arrestato e ricondotto a Caprera.
Parentesi. Il fidentino Luigi Musini, non solo fu uno dei Mille di Marsala ma, garibaldino tra i garibaldini, partecipò attivamente sia all'episodio di Villa Glori che agli scontri con i francesi a Mentana - episodi raccontati nel suo libro di memorie, editore Mattioli 1885, "Per un Italia di liberi, di felici, di uguali" Luigi Musini "le memorie, 1859-1885" - pag.50 e oltre). 
Solo nel 1870, cambiati i rapporti di forza con la sconfitta, il 1° settembre a Sedan, del francesi, il governo italiano diede l'ordine di conquistare Roma. Il 20 settembre i bersaglieri aprirono a cannonate una breccia a Porta Pia ed entrarono in Roma, senza però occupare il Vaticano.
Veniva dunque compiuto l'ultimo passo per il completamento dell'unità territoriale italiana. Roma diventava Capitale e i rapporti con il Vaticano venivano regolati unilateralmente con la legge delle Guarentigie, anni dopo seguirà il Concordato... Per la Storia, l'Unità d'Italia era compiuta.  W i bersaglieri! W l'Italia!
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