(Articolo di Diego Intraina) – Sembra strano, ma molte volte in politica, le azioni che si pensano virtuose si travestono da boomerang e ritornano al mittente facendogli stracciare le vesti. È quello che è successo e forse continua a succedere con il caso Voldomino.
Nuova viabilità a Voldomino: previsti incontri con i residenti, insegnanti e famiglie per valutare la sperimentazione (facebook.com)
Molto spesso il silenzioso boomerang arriva colpisce la politica ma non si ferma; va ad esaurire la sua energia sulla cittadinanza provocandone una divisione discrezionale: un’area maggioritaria ed un’altra minoritaria. In questa divisione, la politica dell’apparenza, dà subito vita al gioco delle parti: si costruiscono funzionali carrozzoni al fine di traghettare, passivamente per propri interessi interni, il fenomeno disomogeneo dell’opinione, accorpandolo in blocchi che quasi mai sanno rappresentare un’unitaria e pragmatica sintesi.
Diciamo da subito che il risultato del gioco risulta essere poco nobile e per nulla educativo; la giustificazione, per il solo futuro interesse elettorale, lascia l’amaro in bocca e non può fare a meno di lasciare dei cadaveri sulla strada. È evidente che sono stati fatti degli errori determinati da inesperienza politica; quest’Amministrazione non prevedendo la reazione opinionista, ha messo in seria difficoltà quella causata parte minoritaria che esprime ragioni condivisibili: il miglioramento della qualità della vita dei bambini e dei loro famigliari. La maggioranza, vedendo che però si sarebbe potuto mettere in discussione la propria condizione esistente, ha deciso di arroccarsi dichiarando banale e pressoché inutile il bisogno dell’altro, svolgendo un’azione intimidatoria nei confronti dei Governanti rispolverando i vecchi dogmi della falsa logica democratica.
Esponenti politici di lunga data hanno alzato i loro falsi scudi democratici ideologizzando il diritto della ragione: la forza maggioritaria, indipendentemente dai valori richiesti dalla loro definita controparte ha sempre ragione. Spingendosi fino ad affermare, però solo in questo caso e non in tanti altri precedenti quando erano seduti al tavolo del comando, che la sovranità del popolo annulla di fatto la facoltà decisionale dell’organo istituzionale amministrativo.
L’incontro è iniziato da subito viziato e per niente disponibile all’ascolto e, grazie a questi poco nobili pensieri, è diventando per lo più sterile. La doppia causa erronea ha fatto la parte del padrone evidenziando l’irresponsabilità del metodo: prima con l’avvenuta azione di poca sensibilità comunicativa e relazionale da parte dell’Amministrazione e di conseguenza con l’arroccamento sui diritti acquisiti definiti intoccabili e allarmati di fronte a qualsiasi proposta di modificazione dello stato attuale. Ma nulla è irrimediabile.
Nell’incontro pubblico dell’altra sera, nonostante gli erronei comportamenti, qualcosa di positivo si è potuto intravedere. Importanti opportunità da riconoscere e intelligentemente da elaborare:
- finalmente una focalizzazione pubblica su una realtà, considerata impropriamente periferica, che molto spesso è stata abbandonata a se stessa;
- un’avvenuta consapevolezza dell’Amministrazione di voler discutere, invece che nel solito modo puntuale e frammentario, in un modo articolato ed organico capace di affrontare il problema della sicurezza degli scolari all’interno di una rivisitazione concettuale unitaria: idea capace di rappresentare un nuovo paradigma di urbanità per una visione futura di Voldomino;
- mettere in relazione attiva le espressioni esterne con le molteplici competenze degli uffici comunali;
- necessità e utilità di pianificare un intervento per fasi programmatiche che seguano un percorso di coerenza con la visione unitaria decisa.
Sono su queste condizioni che le differenti forze politiche e civili dovrebbero agire cercando di accompagnare nell’azione concreta l’attuale Amministrazione. Invece, per quanto riguarda, l’Amministrazione, questa dovrebbe essere più decisa a svolgere il suo compito deliberante, dichiarando da subito che non è disposta a perdere la propria autonomia decisionale per sottostare ad alcuna forza d’interesse maggioritaria. È nella sue facoltà e nei suoi doveri di governo esercitare la piena autonomia decisionale, nella consapevolezza di doverla rafforzare attraverso seri percorsi partecipativi, al fine di proteggere anche eventuali intessi “minoritari”, soprattutto quando questi richiedono condizioni legate ai beni comuni e alla qualità della vita.
Dunque ci aspettiamo che a breve l’Amministrazione convochi un altro incontro pubblico in modo da poter presentare e discutere due o tre possibili scenari concettuali unitari che, oltre a considerare le proposte espresse, supportino i progetti con uno studio programmatico di fattibilità diviso per fasi d’intervento. Sarebbe veramente un grave errore politico banalizzare tutta la discussione limitandosi ad introdurre un “semaforo a tempo” che, sicuramente funzionale, non educa però a quel virtuoso uso dello spazio urbano che sembra sia l’elemento principale del malcostume non solo voldominese.
Lo spazio urbano deve prima di tutto essere espressione di una volontà abitativa educante capace di rappresentare in sé le proprie istruzioni d’uso.
L’ufficio del Governo del Territorio, nella figura dell’Architetto Stefano Introini, nella presentazione ha di fatto esposto alcune soluzioni che sicuramente possono essere rivisitate e modulate diversamente, ma è evidente che è da lì che bisogna ripartire: da una visione generale e non da interventi puntuali, o contentini, che non fanno altro, nonostante l’apparente soluzione, che segnalare un reale problema culturale di civiltà e di immaginario urbano.