Lullaby

Da Aperturaastrappo
"Be still, be calm, be quiet now, my precious boyDon't struggle like that or I will only love you moreFor it's much too late to get away or turn on the lightThe spiderman is having you for dinner tonight"The Cure – Lullaby
Che cosa pensi di me?Una voce che viene da lontano, in mezzo agli alberi in fondo, continua a ripetermelo, non capisco, dico, non so cosa pensare, e allora l’unica cosa che riesco a fare, quella che mi appare più sensata, è correre verso quella voce, non so neanche dove mi trovo eppure gli alberi, le rocce, il teschio di una capra in mezzo all’erba, sembra tutto così familiare, pure il buio, il vento, il freddo – lascialo entrare, mi dico, fai in modo che attraversi il tuo corpo, ma non funziona – ho già vissuto tutto questo, se solo ricordassi quando, e poi perché mi trovo qui, mi chiedo, ma la mia mente è troppo impegnata a rispondere ad altre domande e sento che vicino a me, in mezzo agli alberi, c’è qualcuno che mi osserva, il suo respiro è regolare e le foglie si muovono seguendolo e intanto la voce continua a ripetere quell’orribile frase (che cosa pensi di me?) che entra ed esce dalla mia testa - il mio cervello è un tamburo - mentre mi avvicino agli alberi è inutile, a ogni mio passo sembrano sempre più lontani, più piccoli, bui, irraggiungibili per me, e quella voce, il bambino ormai mi è dentro, ripete la frase aspettandosi una risposta che non ho e allora continuo a dire che non so cosa pensare, cos’altro dire o fare, lo prego di andare via, chiudo gli occhi  sperando di non sentire più nulla e invece sento i miei piedi bagnati; l’acqua fuoriesce dal terreno, dai miei vestiti, dalle orbite vuote del teschio di capra, arriva alle mie ginocchia mentre il mondo intorno a me cambia faccia e dove prima c’erano alberi adesso ci sono le pareti azzurre di casa mia, con i quadri che raffigurano mari di un altro colore, onde viola e nere.
Silenzio. Non riesco più a sentire il rumore delle foglie, il fischio del vento che si prepara al buio, nulla. La mia casa è diventata piscina, l’acqua è entrata ovunque e ha rovinato tutto, faccio qualche passo per immergermi, tutto è nero attorno a me, sott’acqua quasi non distinguo la sagoma rettangolare delle porte mi dirigo a nuoto verso la mia stanza, un’altra volta sento che qualcuno mi sta osservando, mi è vicino, forse è al fondo della piscina, in mezzo al buio, sfioro qualcosa con i piedi, forse è la stessa presenza di prima che non vuole andare via e non vuole neanche mostrarsi. La luce che proviene dalla mia stanza mi guida verso il mio letto che riesco a raggiungere afferrando un lembo delle coperte rosse, le tiro e sotto il letto sento di nuovo quella presenza, mi osserva, studia i miei movimenti in silenzio. È spettatore della mia confusione.Riapro gli occhi e non esiste altro: sono spariti gli alberi, il teschio di capra, le rocce, l’acqua, il letto. Mi trovo in una stanza dalle pareti bianche senza porte o finestre, blindata, fredda. E’ tutto così insensato, mi dico, grido ma nessuno sembra sentirmi, poi la voce ricomincia con la cantilena - che cosa pensi di me? – ed è un bambino che non conosco, che non ho mai sentito - non mi piacciono i bambini, non mi sono mai piaciuti -.Continuo a percepire la presenza di qualcuno ma non c’è nulla oltre le pareti bianche e allora urlo, ci sarà pure qualcuno che mi sentirà da fuori. Aspetto una risposta. No, la stanza è chiusa, non comunica con l’esterno o con altre stanze attigue e però so che ci sono altre persone, sento le loro voci quando mi avvicino alle pareti: sento ridere, persone felici, persone che si divertono immagino, e sono sicuro che non mi sentiranno o forse non mi va di distruggere i loro momenti. Sento aprire e chiudere velocemente una porta – avevo guardato ovunque e non avevo trovato vie d’uscita – e poi il buio che sembra riversarsi anche dentro me attraverso gli occhi e la bocca. Sento che la presenza è più vicina che mai, la sento alle mie spalle ma non riesco a voltarmi, i piedi sono pesanti, il busto fermo e le braccia senza forza, e in quell’immobilità il mio petto viene stretto in una morsa, comincia a far male alle ossa però mi piace, vorrei che stringesse più forte e che rimanesse attaccato, il dolore arriva anche alle gambe e ai piedi quando la presenza mi morde l’orecchio, lo lecca, quasi volesse assaporarlo prima di mangiarlo, chiudo gli occhi, vorrei che non si fermasse, poi mi sussurra – ti dispiace se ci fermiamo qui? – non apro gli occhi per paura di perdere parte di questo momento, aspetto un po’ – sì, non andare – rispondo ma è troppo tardi, il rumore di una porta che si chiude lontana arriva attutito. Quando riapro gli occhi è sempre più buio, l’unica luce è un raggio che illumina una figura piccola, un bambino, quel bambino della cantilena, è al centro della stanza. Davanti a lui, nell’oscurità, una donna.Cosa pensi di me?

Il bambino si avvicina con passo lento e timido e continua a porre questa domanda alla vecchia che gli siede di fronte con occhi chiusi, i capelli grigi sulle spalle, e inizialmente sembra non voler rispondere, poi parla – Hai un programma ambizioso, ma è una follia, in quanto vai contro i tuoi stessi istinti. Sono le tue capacità limitate che stanno bloccandoti. Intendi abolire l’ostacolo usando la magia del pensiero. Pensi di riuscire a sormontare l’ostacolo mediante gli artifici che creerà il tuo intelletto, ma credimi, ne pagherai le conseguenze. 11.Carl Gustav Jung, “la comprensione del sogno”Federico Orlando