È di questi giorni la notizia che la Florida meridionale si trova a dover contrastare l’infestazione di una delle specie più invasive al mondo, la lumaca gigante africana.
L’Achatina fulica, questo il loro nome, è una specie originaria dell’Africa orientale che può raggiungere i 21 cm di lunghezza, praticamente le dimensioni di un ratto, in grado di mangiare qualunque cosa incontri lungo il cammino. In particolare, questi molluschi sembrano gradire la plastica, lo stucco, il cui calcio viene utilizzato per fortificare il guscio, ed i copertoni delle auto.
Nel 1966, un turista di ritorno dalle isole Hawaii ne ha portato con sé tre esemplari, che vennero liberati nel suo giardino. Da qui, la prima invasione, che costò al paese un milione di dollari e dieci anni di lavoro, per riuscire a debellarne i “discendenti”. Nel 2011, purtroppo, quando si pensava che l’incubo fosse finito, un nuovo avvistamento, che ha portato all’infestazione attuale.
In alcuni paesi caraibici, come sull’isola di Barbados, l’invasione provoca addirittura danni alle ruote delle auto lungo le autostrade, a causa della durezza del loro guscio, ed, a volte, muri e asfalto sono interamente imbrattati della loro bava e dei loro escrementi.
Al momento non sono ancora note le origini di questa invasione. Si sospetta che una religione caraibica e dell’Africa occidentale, di deviazione cattolica, la Santeria, utilizzi queste grandi lumache per i loro riti. Oppure, più semplicemente, esse potrebbero essere state importate, per caso, da un cargo o nel bagaglio di qualche turista.
Niente a che vedere con la “parente” di dimensioni molto più ridotte, ovvero la nostra comune lumaca, che fin dalla notte dei tempi, ha avuto un utilizzo curativo.
L’animale veniva inghiottito crudo, oppure succhiato. In alcuni casi, anche strofinato sulla gola. Nessuna proprietà benefica, quindi, né curativa per la nostra specie gigante. Lo sciroppo di bava di lumaca, per calmare la tosse, è soltanto un lontano ricordo. Negli Stati Uniti l’importazione di lumache é illegale, e si sarebbe potuta evitare una vera e propria strage, se esse, a suo tempo, fossero state lasciate nel loro habitat naturale. Ma si sa, l’uomo, spesso, rovina tutto. E ora il loro sterminio di massa, per mezzo di un molluschicida a base di metaldeide, diventa più che mai necessario.
Written by Cristina Biolcati