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Luminal - Amatoriale Italia (se sapessimo dove andare non saremmo qui)

Creato il 26 maggio 2013 da Einzige

Luminal - Amatoriale Italia (se sapessimo dove andare non saremmo qui)
(A scrivere di musica, si sa, sono buoni tutti, anche gli analfabeti e i giostrai delle fiere di paese (nulla di personale, per carità), perciò perdonatemi in anticipo se mi soffermo un momento su 'sto disco qui, uscita recente di un'etichetta neonata, di una band già scafata, di un'Italia che, per una volta, dà la sensazione di non starsene con le mani in mano tutto il tempo.)
IO VORREI ESSERE QUALCUN ALTRO,VIOLENTARE DONNE IMPUNEMENTE
(da Essere qualcun altro)
I tre brighella dei Luminal hanno saltato il fosso e si sono gettati, mani piedi faccia e cuore, in mezzo alla glitterata immondizia del Reale italiano, sul quale i nostri capitani governano come ratti. Se ne sono fottuti del chi e del come e hanno scritto uin disco che potrebbero agilmente spacciare per micro-narrazione di una città - in realtà, un paese, un continente, un intero Occidente - impegnata a far finta di dormire, lastricata di opportunisti e talmente tante vite e aspirazioni da rendere ogni respiro una perdita di sensi, nella quale c'è poco o nulla da salvare, ché quello che c'è da conoscere è già stato riciclato da altri. E' la storia della città più a nord del terzo mondo - Roma, ma potrebbero parlare di Milano, Torino o Palermo e la differenza non si noterebbe - incastrata nei suoi buffi teatrini di merci avariate, corporeità vilipesa, relazioni fatue e inconcludenti, sgoccioli di un berlusconismo che, dopo essersi fatto legge, ha perso mordente ma non appeal e continua a mascherare il vuoto della nostra quotidianità dietro tappeti di denaro e brezze di cemento, sangue e sperma in odor di Orientalismo. 
Luminal - Amatoriale Italia (se sapessimo dove andare non saremmo qui)
C'è il grande punto interrogativo che impregna l'ossessione gossipara per la donna e il suo corpo, c'è la caduta (che non segue l'ascesa, però) del borghese italico piccolo piccolo, c'è l'inghippo del traffico di esseri umani, c'è la patologia della tecnologia e del suo più compiacente figlio, facebook, l'anormale ostentazione della sessualità di una contemporaneità in evidente deficit emotivo, la noia, la droga, il precariato e la crisi assurti a stili di vita di tutta una generazione di post-minchioni incatenati al portafoglio del babbo e ai mini-circoli di umanità in ansia che popola locali e genera tendenze di plastica.
MI RICORDO ANCORA IL PROFUMO DELLA TERRAIL VENTO A MEZZOGIORNO CON IL VISO DENTRO L'ERBA
(da Blues maiuscolo del maniaco su Facebook)
Luminal - Amatoriale Italia (se sapessimo dove andare non saremmo qui)
Ma non c'è solo la merda, lì dentro.C'è tanto di quel cuore, tanta di quell'energia, che si sopravvive all'idea del fallimento e vien voglia di scaraventarsi per intero dentro questa realtà, sconquassarla, squarciarla, rimodellarla e farla, per una buona volta, nostra.E fanculo a tutti quelli che cantano la calma mentre in strada s'agita la rivolta sociale. Pace alla loro anima andreottiana, e fortuna che qualcuno ha ancora la lucidità di rinnegare tutto quello che i genitori e gli altri vecchi ci hanno insegnato. Hanno sbagliato tutto e, anche se noi siamo sulla buona strada, siamo ancora in tempo a rendere meno stupido questo futuro.Basta così, per ora.Fatevi un regalo, e ascoltatelo.

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