È nato a Cuneo nel 1974, vive a Milano, dove dal 2008 è segretario della Casa della Poesia. Ha pubblicato poesie nei volumi Sessanta (Edizioni dell’Orso, 1997) e Bestie e Dintorni (Lietocolle, 2004, Premio Opera Prima), da cui è stato tratto un recital teatrale, e in varie antologie tra cui Nuovissima poesia italiana (Mondadori, 2004) e l’Almanacco dello Specchio 2010-2011 (Mondadori, 2011), dove compare anche come traduttore dal tedesco. È autore dei racconti brevi Il sogno è di chi sogna (Bottini, 2007) e Il Fiocco magico (Bottini, 2008). Luna di notte è il suo primo romanzo.
Autore: Amos Mattio
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Edito da: Edizioni Gremese
Prezzo: 12,00 €
Genere: Romanzo, Narrativa
Pagine: 196 p.
Voto:
Trama: ”Il rosso è decisamente il colore di questa serata, come se una luna anemica avesse chiesto un contributo cromatico per alzare un po’ il suo sorriso…” Con la luna piena, verso l’una di notte, tutto può succedere: un giovane naufraga tra ricordi sepolti che tornano a galla, un uomo senza ambizioni torna a essere il re della foresta, dettagli affiorano inaspettatamente dopo tanti anni e suggeriscono la soluzione di misteri irrisolti… Due protagonisti e i loro inconfessabili segreti in un’unica, travagliata e calda notte di fine luglio, dominata dalla luna e dal beffardo gioco delle coincidenze… “Le Girandole” si arricchiscono di un originalissimo libro di esordio, scritto in una prosa precisa ed elegante, che modula il registro accordandolo con le situazioni e che in pochi tratti crea personaggi capaci di imprimersi nella memoria: dalle intense figure femminili di Anna, Paola e Marta a quella tenera e ambigua di Enrico, solo rievocata eppure nitidissima, ai due protagonisti, Giovanni e Alfio, apparentemente agli antipodi eppure potenzialmente così simili. Due destini, i loro, che per una vita si sono sfiorati senza mai conoscersi, e che nel delirio ora si intrecciano, si avvicinano e preparano il colpo di scena finale.
Recensione
di Debora
Destato da un rumore in cortile, aveva rinchiuso il sacrario con le mani tremanti mentre respirava l’aria a pieni polmoni per portarsi con sé l’odore dell’eternità. Avrebbe voluto prendere qualcosa ma doveva fare presto, non poteva farsi scoprire. Si era infilato in tasca solo il pacchettino e aveva chiuso tutto tornando di corsa al suo posto vicino alla sorella, alla ricerca di un alibi, con il cuore in tumulto.
Il lettore incontra per primo Giovanni, il protagonista indiscusso del libro non perché si parla molto di lui, ma perché tutto ruota attorno a lui e ad un tragico evento che gli è accaduto. Con lui e attraverso di lui tutto è sogno; sono pensieri e ricordi che si rincorrono senza un’apparente logica. Sì perché ammetto che nelle prime pagine ho avuto un po’ di difficoltà; mi chiedevo dove volesse andare a parare l’autore, aspettavo che accadesse qualcosa, e non comprendevo il motivo di tanti pensieri illogici che venivano dalla mente di Giovanni. A volte sembra che vaneggi e ci chiediamo se è pazzo. Ma è il dolore quello che lui racconta, o meglio quello che lui esprime.
Si direbbe quasi che stia piangendo, se il respiro sempre più diradato e il battito rallentato non indicassero il sopraggiungere del sopore, se non gli si fosse disteso sul volto un sorriso di serenità.
I capitoli seguenti però, in cui non si parla di Giovanni, sono più reali, ci raccontano più fatti e sono dei capitoli che forse aiutano il lettore a comprendere meglio il senso di tutto quello che accade nella mente del nostro protagonista. Poco per volta i nodi vengono al pettine. Sembra quasi che a questo punto del libro sia un altro autore che scriva; prima è tutto molto poetico e poi vengono i fatti concreti. Questo è un complimento per l’autore che è riuscito a far bene entrambe le cose, ma forse andavano più diluite: all’inizio tutto era troppo onirico e successivamente troppo poco. Probabilmente, a mio parere, doveva continuare questo “sogno” di Giovanni…
Questo avviene perché l’intento dell’autore probabilmente non era raccontare la storia di Giovanni, una storia fatta di solitudine e dolore, che traspare da ogni parola, ma raccontare come le persone sono unite da un filo invisibile. E quindi tutto è legato. L’autore riesce a far parlare i vari osservatori del dramma di Giovanni, raccontando il punto di vista di ognuno di loro, come se si passassero parola l’un l’altro. Ma il dolore non è solo quello di Giovanni; anche gli altri personaggi hanno le proprie sofferenze, un po’ alla volta le scopriremo tutte, e devo dire che alla fine c’è anche un bel colpo di scena. Tutto appare molto naturale e non forzato. L’autore non sceglie di far parlare in ogni capitolo un personaggio diverso (forse sarebbe stato più facile) ma in un capitolo possiamo trovare anche più punti di vista differenti. Il passaggio tra un personaggio e l’altro è molto spontaneo.
Nella lettura del libro ci sarà modo di riflettere anche sull’amore e sui rapporti umani. Sull’amore tra madre e figli, sull’amore tra moglie e marito, su come questi rapporti siano a volte molto complicati e su come basti poco per scalfirli.
Un libro piacevole da leggere anche se qualcosa non mi ha convinta del tutto. Forse perché è troppo breve e quindi non sono riuscita ad affezionarmi abbastanza ai personaggi. O forse proprio per il fatto che un vero personaggio che spicca più degli altri non c’è non sono riuscita ad appassionarmi abbastanza a questa storia.
Una piccola nota: bella la copertina, perché ne apprezzo la semplicità, e molto buono il rapporto qualità prezzo.