Buongiorno e bentornati!
Eccoci al diciottesimo appuntamento con il Lunedì Desueto, che grazie alle parole fornitemi da “Una parola desueta al giorno” non smette mai di solleticare la mia curiosità e la mia creatività.
La parola di oggi è “Falansterio”, e passo subito a darvi la definizione.
Falansterio
[fa-lan-stè-rio]
o falanstero
s.m.
1 FILOS. Grande edificio ideato da F. Ch. Fourier, teorico del socialismo utopistico, come alloggio per una comunità di circa 1700 persone organizzate in cooperative di produzione e di consumo.
2 estens. Grande fabbricato popolare.
E ora procediamo subito con il piccolo racconto di oggi.
Falansterio
È la perfezione, la perfezione incarnata in una società che risponde esattamente a quei canoni che ho stabilito, che ho sognato per una vita intera. Tutti mi prendevano per pazzo, ma sapevo di aver ragione! Lo sapevo!»
Nell’entusiasmo, qualcosa fece sgranare gli occhi all’anziano signore. Cominciò a battere i pugni contro il vetro attraverso il quale osservava il progetto che aveva sognato per una vita intera, quello a cui aveva dedicato ogni sforzo mentale e fisico. Nella sua società perfetta, filosofica e corretta, c’era qualcosa che non andava.
«Aspetta… Cosa sta succedendo? Ferma! Ferma! No! Uccidetela, dannazione, uccidetela! Non deve esistere, è inutile, non deve esistere! Uccidetela! Via! Via! Uccidetela!»
Batté ancora i pugni contro il vetro, sempre più furiosamente, e alla fine questo cedette con uno schianto. Fu quello il giorno in cui la vita di Alexandre Chevalier giunse al termine, sopraffatto dalle punture delle api alle quali per tutta la vita aveva cercato di imporre un sistema produttivo senza alcun potere supremo.
Ma le api, come gli uomini, hanno bisogno di essere governate. E Chevalier lo scoprì a proprie spese.
Bene, anche per oggi il Lunedì Desueto è terminato. Spero che vi sia piaciuto il mio racconto, e colgo ancora l’occasione per ringraziarvi per l’interesse che dimostrate nei confronti del mio blog.
Alla prossima!
Neri.
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