Lunedì Desueto n°50 – Beccaio

Da Nerifondi @NeriFondi

Buongiorno e bentornati.

Nonostante ultimamente non abbia tantissimo tempo da dedicare al blog, l’appuntamento con il Lunedì Desueto è probabilmente quello a cui tengo di più in assoluto. E oggi, per voi, ho selezionato la parola “beccaio”, sempre grazie all’aiuto di “Una parola desueta al giorno“.
Ma passiamo subito alla definizione:

Beccaio
[bec-cà-io]
ant. beccaro
s.m. (pl. -cài)

1 Anticamente, venditore di carne di becco. Macellaio;
2 fig. Carnefice, boia (spreg. Chirurgo poco abile).

E adesso andiamo subito al breve racconto:

Beccaio

Il piccolo paesino di Bradsbury era frequentato da molti viaggiatori, e questo dava all’economia locale una grandissima spinta. Grazie a questo, Mark era riuscito ad arricchirsi con il suo mestiere di macellaio, o di beccaio, come si diceva allora, ed effettivamente quest’ultimo appellativo gli si adattava meglio, perché come seconda professione aveva scelto quella del chirurgo.Quando non si trovava nei propri locali per macellare gli animali, lo si poteva vedere indaffarato in qualche casa, alle prese con braccia, gambe, dita, mani o quant’altro ci fosse da amputare. Lui era l’ultima speranza per persone che erano state abbandonate dai medici. Quando questi dicevano che bisognava amputare, ecco che arrivava Mark, talmente bravo ed efficiente che si impegnava lui stesso nello smaltimento delle parti amputate.
In quel periodo c’era molto da operare sia nel settore delle carni, sia nel settore della chirurgia spicciola, per cui Mark era diventato molto ricco. Ma siccome la ricchezza non basta mai, il nostro buon uomo che salvava le persone e le sfamava, aveva ingrandito la propria casa trasformandola in una locanda.
E alla sua locanda accorrevano persone da tutte le zone circostanti, indovinate perché? Per mangiare il meraviglioso stufato di carne che sua moglie preparava di tanto in tanto. Tutti dicevano che quella carne aveva un sapore incredibilmente gustoso, che mai sarebbero riusciti a ritrovare in qualsivoglia altro stufato.
Chissà qual era l’ingrediente segreto.

E anche per questa settimana abbiamo terminato. Spero che questo racconto vi sia piaciuto e che la parola sia stata di vostro gradimento.

A presto!

Neri.