Silvio Berlusconi ce l’ha fatta. Nonostante il governo sia sull’orlo di una crisi di nervi, anche stavolta il Cavaliere è riuscito a pensare agli affari suoi. Con una lungimiranza davvero notevole, addirittura post mortem, che mai gli abbiamo visto mentre si occupa degli affari italiani.
Il nodo della discordia è contenuto nella bozza del decreto sviluppo passato all’Ansa. Al di là degli scandalosi 12 condoni, spicca l’interesse del governo verso le leggi sulla successione e sull’eredità. A essere toccati sono la “legittima” e il Patto di Famiglia.
Per quanto riguarda la prima, il codice prevede che un genitore lasci due terzi del patrimonio ai figli, equamente distribuito. Il Patto di Famiglia prevede che un imprenditore decida all’unanimità con i figli, necessariamente presenti alla stipula, a chi lasciare le aziende.
La legittima, qualora passasse il decreto sviluppo, cambierebbe radicalmente. Si tornerebbe al testamento e la spartizione dell’eredità non sarebbe più automatica. Due terzi del patrimonio saranno comunque destinati ai figli, metà diviso equamente e metà come deciso dal padre. Con il nuovo Patto, invece, sarà l’imprenditore a decidere autonomamente a chi lasciare le sue attività e non sarà indispensabile la presenza dei figli al momento della firma.
La domanda, lecita, è: cosa se ne fa Berlusconi?
Come immagino sappiate, la situazione familiare del premier non è facilissima. L’estate scorsa la seconda moglie Veronica Lario ha chiesto e ottenuto la separazione e sono in corso le trattative per il divorzio. Nonostante un iniziale accordo, la Lario ha cambiato rotta, rinunciando alla consensuale. L’anno prossimo scadono i tre anni della separazione e c’è il rischio di finire in tribunale. L’intento della Lario sarebbe quello di non completare il divorzio, rimanendo ereditaria.
La linea di Berlusconi è sempre stata quella di distribuire equamente i suoi averi e le sua imprese al momento della sua dipartita ai cinque figli, Marina e Pier Silvio, avuto da Carla dall’Oglio, Barbara, Eleonora e Luigi, messi al mondo da Veronica Lario. Con l’attuale legge, però, questo non sarebbe possibile.
La questione è prettamente matematica. Berlusconi controlla attualmente il 65% della Fininvest attraverso quattro holding. Marina e Piersilvio, oltre ad altri incarichi, detengono il 7,65% a testa della finanziaria di famiglia. Barbara, Eleonora e Luigi sono in possesso in totale del 21,4%.
Qualora Veronica Lario rimanesse coniuge del premier, a lei andrebbe il 25% della quota di Berlusconi. Il resto andrebbe distribuito equamente tra tutti i figli e quelli avuto dalla seconda moglie sono in evidente vantaggio numerico. La Lario, Barbara, Eleonora e Luigi si ritroverebbero in mano il 55% del 65% della Fininvest, che aggiunto al 21% già in possesso li farebbe andare in maggioranza. Situazione che Silvio non gradisce. E siccome è Presidente del Consiglio può cambiare la carte in tavola, anche in un momento così delicato.
La lotta ereditaria è ancora lungi dallo scatenarsi, ma non ci sono dubbi che sarà cruenta e senza esclusioni di colpi, visto il bottino in palio. Secondo l’annuale classifica Forbes, infatti, Berlusconi è il 118esimo uomo più ricco al mondo, il terzo in Italia, e vanta un patrimonio di circa 6 miliardi di euro. Più l’Italia.
Fonti: La Stampa, Il Fatto Quotidiano