All’inizio della terza è ormai tradizione andare a visitare il villaggio operaio di Crespi d’Adda camminando lungo il fiume a partire dalla splendida centrale idroelettrica Taccani di Trezzo.
Ieri la giornata era freddina e piovosa, i ragazzi procedevano lentamente lungo l’argine un po’ lamentosi, come succede spesso per i giovani virgulti quando sono costretti a muovere qualche passo a piedi, camminavano in gruppo chiacchierando e scherzando tra loro senza prestare troppa attenzione al paesaggio circostante preoccupandosi quasi unicamente della lunghezza del tragitto e della distanza dalla meta.
Ad un certo punto ho allungato il passo, lasciandoli un po’ indietro, non solo per costringerli a darsi una mossa, ma soprattutto perché mi piace camminare lungo il fiume accompagnata dai miei pensieri, perdendomi a contemplare gli scorci più pittoreschi, rapita dalla bellezza dei riflessi che splende anche quando la giornata è piovosa e i colori sono spenti.
Così ho potuto scoprire ciò che i miei ragazzi, distratti dal loro stare insieme, non potevano vedere: la struggente bellezza del fiume in una mattina d’autunno.