“I vietnamiti piantano il riso, i cambogiani lo guardano germogliare e i laotiani lo ascoltano crescere”. Il detto viene dagli occupanti francesi e si sa quanto male abbia fatto la Francia all'Indocina, dunque chi vi senta un retrogusto di sprezzo suppongo non abbia torto. Eppure, anche chi, come me, non è stato in Vietnam subisce il fascino di questa frase. “Cambogia Laos same same” ci ha detto dal canto suo Rattana, il nostro conducente di tuk-tuk preferito in quel di Siem Reap, la città vicino ai templi di Angkor. “Same same”, ma con quella piccola differenza: i cambogiani guardano germogliare il riso e allargano un grande sorriso a coprire tutte le urla del silenzio che vorrebbero smettere di sentire, mentre i laotiani, uomini come donne, sembrano tante Monna Lisa. La loro è solo l'ombra di un sorriso e non fa alcun rumore. Nulla sembra disturbare né turbare chi ascolta il riso crescere.
(nella foto: il tuk-tuk di Rattana, davanti a un ristorante nei pressi dei templi di Angkor)